di Shorsh Surme — Anno 2007 —-
D1) Senatore Andreotti, come sa il popolo curdo è una della più importanti ed antiche civiltà dell’Oriente, eppure questa verità elementare e fondamentale resta quasi sempre nell’ombra. Ora che una parte della Kurdistan per esattezza il Kurdistan dell’Iraq si è liberta dopo molti anni di massacri e di brutalità commesso del regime di Saddam nei loro confronti. Secondo lei l’Europa non dovrebbe aiutare questa piccola entità che sta cercando di portare avanti il processo di democratizzazione in una zona nevralgica come quello del Medioriente?
Sen. Andreotti: Data la collocazione esistente credo che la soluzione giusta sia il riconoscimento di tutti i diritti e le caratteristiche dei curdi, senza una sola realtà politico-organizzativa.
Panoramak: Signor Presidente, al terzo millennio e all’anno 2007 è possibile che un popolo di 40 milioni di persone che possiede una storia, cultura e una lingua debba lottare ancora per la sua sopravvivenza o meglio per la sua esistenza. Lei come vede il futuro di questo popolo è possibile un Kurdistan indipendente?
Sen. Andreotti: Credo che si possa mirare alla salvaguardia al massimo dei valori curdi senza l’unificazione politica statuale.
Panoramak: Signor Presidente, come sa i curdi hanno avuto un ruolo determinate sia nella liberazione dell’Iraq dalla dittatura, sia nella controversia tra gli sciiti e i sunniti dopo la caduta del regime, e hanno sempre lottato per uno stato curdo federale all’interno di un Iraq democratico. Quale è il suo parere nell’atteggiamento dell’Iran, della Turchia e della Siria che strumentalmente accusano i curdi di voler proclamare uno stato indipendente, quindi continuano con la loro ingerenza negli affari interni dell’Iraq?
Sen. Andreotti: Gli Stati sono sempre rigorosi nel difendere la propria integrità territoriale. Di qui la ricerca del massimo delle autonomie interne.
Panoramak: Senatore Andreotti, La nazione del Kurdistan sicuramente non può vantare gli uomini più ricchi del pianeta. Genericamente viene indicata come una minoranza oppressa, quindi domandarsi chi sono i curdi, e cercare una risposta a tale interrogativo secondo Lei, non dovrebbe essere un segno di civiltà?
Sen. Andreotti: Ricordo l’incontro a Roma con una delegazione di curdi che apprezzavano molto l’inizio di una autonomia che stavano conquistando con il favore.
Panoramak: Quale il suo messaggio per i popoli dell’Iraq, in particolare al popolo curdo?
Sen. Andreotti: Cercate, voi Iracheni tutti, di costruirvi da soli un regime di convivenza. Gli stranieri non sono adatti per questo.