Siria: delegazione USA e leader curdi a Damasco per un accordo storico

Aggiornato il 11/03/25 at 09:31 pm

di Prof.ssa Nurgul Cokgezici Le YPG verso l’integrazione nell’esercito siriano: possibile riconoscimento nella nuova Costituzione
Damasco, 11 marzo 2025 – Un nuovo capitolo si apre per la questione curda in Siria. Una delegazione di alti comandanti dell’esercito statunitense, accompagnata dal generale Mazloum, leader delle Unità di Protezione Popolare (YPG), è giunta a Damasco per una visita ufficiale della durata di cinque giorni. L’incontro verte su un accordo articolato in otto punti, con l’aggiunta di alcune clausole riservate, il cui contenuto non è stato reso noto. L’obiettivo principale è il riconoscimento ufficiale del popolo curdo all’interno della nuova Costituzione siriana, colmando una lacuna storica.
YPG nell’esercito siriano: tra autonomia e stabilità
Uno degli aspetti più rilevanti dell’accordo riguarda il futuro delle YPG, che dovrebbero integrarsi nell’esercito siriano senza essere costrette a deporre le armi. Con un contingente stimato di circa 120.000 combattenti, le forze curde manterrebbero la loro struttura operativa, contribuendo alla sicurezza nazionale siriana in un rinnovato assetto militare
Un altro punto cruciale riguarda la Turchia. L’intesa potrebbe prevedere una riduzione o la cessazione delle minacce turche nei confronti della regione del Rojava, il territorio a maggioranza curda nel nord della Siria, da tempo nel mirino di Ankara. Se confermata, questa clausola rappresenterebbe un significativo passo avanti nella stabilizzazione dell’area.
Un contesto di tensioni: il massacro degli Aleviti e le strategie del governo siriano
L’accordo giunge in un momento particolarmente delicato per la Siria, segnata da un recente massacro contro la comunità alevita. Il governo ultra-islamico al potere, sotto pressione per le violenze settarie, sembra ora voler rafforzare la propria posizione stringendo un’alleanza con le YPG. Questa mossa potrebbe rappresentare un tentativo di legittimazione politica e un’opportunità per consolidare il controllo su un paese ancora diviso da anni di conflitti interni.
Una possibile regione autonoma curda in Siria?
Secondo fonti vicine ai negoziati, il generale Mazloum e le YPG puntano a ottenere un riconoscimento istituzionale che possa aprire la strada alla creazione di una regione autonoma curda in Siria, seguendo il modello del Kurdistan iracheno. Il primo passo sarà l’integrazione nell’AFC, il nuovo governo siriano, con l’ambizione che questo processo si concretizzi entro i prossimi nove mesi.
Il generale Mazloum ha dichiarato di voler garantire i diritti nazionali dei curdi all’interno dell’integrità territoriale della Siria, concordando con Damasco sul principio di un’unica bandiera, un unico parlamento e un unico esercito per il Paese. Inoltre, è stato raggiunto un accordo per il ritorno dei curdi sfollati nelle loro terre d’origine, a partire da Afrin.
Nel nuovo assetto siriano, i curdi potrebbero assumere un ruolo guida nella costruzione di un sistema democratico, trovando supporto sia dall’Europa che dalla Lega Araba, che hanno già espresso dichiarazioni di sostegno a questa prospettiva.
L’inserimento ufficiale del popolo curdo nella Costituzione siriana e la ridefinizione del loro ruolo politico e militare segnerebbero una svolta storica per la Siria e per l’intero Medio Oriente, con possibili ripercussioni sugli equilibri geopolitici della regione. Tuttavia, restano molte incognite: come reagiranno gli attori internazionali, in particolare la Turchia? E l’accordo verrà effettivamente rispettato nei tempi previsti?