NELLO SPIRITO DI LELIO BASSO, IL TPP SI RIUNIRA’ A BRUXELLES PER I DIRITTI DEL POPOLO CURDO

Aggiornato il 07/01/25 at 07:19 pm

di Gianni Sartori———-In risposta alle petizioni delle organizzazioni per i diritti umani e di alcune entità giuridiche europee e del Rojava, per il 5 e 6 febbraio 2025 è stata convocata una sessione del TPP (Tribunale Permanente dei Popoli) alla Vrije Universiteit Brussel (VUB) di Bruxelles.
Per esaminare le denunce di gravi violazioni dei diritti umani e di crimini di guerra commessi dalla Turchia e dai suoi alleati (mercenari jihadisti) nel nord e nell’est della Siria (Rojava, in curdo l’Ovest). In particolare gli spostamenti forzati della popolazione, l’uso di armi proibite dalle convenzioni internazionali, gli omicidi selettivi (extragiudiziali), le torture e la distruzione del patrimonio culturale.
Quanto avviene – sistematicamente e del tutto impunemente – almeno dal 2018 anche in questa parte del Kurdistan (quella occidentale, l’ovest appunto). Colpendo non solo i curdi, ma ogni altra “minoranza” qui presente.Tutte, se pur in diversa misura, coinvolte nel grande esperimento libertario di autogoverno popolare fondato sull’ecologia sociale, il protagonismo delle donne, la convivenza tra le diverse etnie, credenze religiose etc.
Tra le questioni che verranno affrontate (con testimonianze di prima mano, analisi di esperti e prove materiali di quanto sta avvenendo in questo lembo del Medio oriente), quella degli spostamenti forzati della popolazione. Come è avvenuto in Afrin (Efrin) e Ras al-Ayn (Serekaniye), occupate da Ankara tra il 2018 e il 2019. E dove si registrano innumerevoli casi di sequestri e violenza di genere.
Verrò poi analizzata la questione del (per ora presunto) uso di armi proibite (fosforo bianco e altro) anche contro i civili e strutture pubbliche come scuole e ospedali.
Tra gli episodi di uccisioni selettive (extragiudiziarie) di civili non combattenti, il più noto è quello costato la vita di Hevrin Khalaf nell’ottobre 2020 (dopo brutali violenze da parte di mercenari filo-turchi).
Senza poi trascurare la distruzione, il saccheggio di un ingente patrimonio culturale (v. in particolare i santuari ezidi).
Capitolo a parte (alquanto doloroso), l’utilizzo della tortura. Insieme ai sequestri di persona, un metodo sperimentato per reprimere, soffocare, annichilire l’identità della popolazione. E far naufragare la storica testimonianza di una democrazia diretta di massa (il Confederalismo democratico) sperimentata in Rojava. La convocazione del TPP del febbraio 2025 si pone in continuità non solo ideale con le sessioni precedenti. Sia in difesa dei diritti delle minoranze che in aperta critica ai regimi totalitari e alle politiche finanziarie internazionali.Fondato a Bologna nel 1979, su iniziativa di Lelio Basso, il TPP ha rappresentato in tutti questi anni una “voce delle vittime”, anche di quelle inascoltate (come appunto i curdi).
Possiamo considerarlo una derivazione del precedente Tribunale Russel, della Carta di Algeri e della Lega Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli (fondata sempre da Lelio Basso nel 1976).
In base all’art. 2 dello statuto, l’opera del TPP si fonda sul “promuovere il rispetto universale ed effettivo dei diritti fondamentali dei popoli, determinando se tali diritti sono violati, esaminando le cause di tali violazioni e denunciando all’opinione pubblica mondiale i loro autori”.
Richiamandosi a vari trattati e dichiarazioni internazionale, tra cui la Dichiarazione universale dei diritti umani e la Dichiarazione dei diritti dei popoli indigen