Aggiornato il 14/12/24 at 07:45 pm
di Shorsh Surme –————–Il parlamento olandese ha chiesto al governo e all’Unione Europea di garantire che i diritti dei curdi siano tutelati in Siria durante il periodo di transizione. Ha anche chiesto che le minoranze etniche e religiose come curdi, yazidi e cristiani siano protetti dalla minaccia dell’estremismo jihadista.
Il parlamento olandese ha votato a sostegno del Kurdistan occidentale, meglio conosciuto come Rojava, e delle comunità siriane nel quadro di un consolidamento del sistema democratico.
Nella risoluzione n. 2990 del 12/12/2024, 146 dei 149 parlamentari olandesi hanno votato a favore del sostegno al Kurdistan occidentale. La risoluzione invita il governo olandese a chiedere alla Turchia di “fermare immediatamente gli attacchi contro i curdi siriani” e di garantire i diritti dei curdi nella futura Siria. Il disegno di legge è stato presentato dai deputati Katie Perry, ex deputata Ue e attuale deputata dei laburisti e dei Verdi, e Jan Paternote, deputato del partito liberale D6
Lo stesso giorno il deputato Erik van der Burch, del Partito popolare per la democrazia al governo, ha presentato il progetto di risoluzione 2999, poi approvato, chiedendo “la protezione dei curdi siriani, degli yazidi e dei cristiani dall’estremismo, dal jihadismo e dal terrorismo. Ha invitato il governo olandese a svolgere un “grande ruolo” nella protezione dei curdi e nella “creazione di una Siria stabile” nel quadro della politica comune dell’Ue.
La parlamentare Katy Piri ha già sostenuto i curdi al Parlamento europeo. Ha anche visitato il Kurdistan meridionale, occidentale e settentrionale. Nel 2019, in un dibattito al Parlamento europeo, Piri ha rivelato che “la comunità internazionale aveva cercato di creare una “no-fly zone” per proteggere il Kurdistan occidentale. Americani e russi hanno fallito nel tentativo”.
In un’intervista il comandante delle Forze democratiche siriane (SDF), il generale Mazloum Abdi, ha affermato in seguito al sanguinoso attacco alla prigione di al-Hasakah il mese scorso, prima della caduta del dittatore siriano al-Assad, che l’ISIS, anche se ha cambiato, nome rappresenta ancora una minaccia crescente per la regione, e che vi è il rischio che prosperi a meno che non venga intrapresa un’azione immediata.