Aggiornato il 27/11/24 at 09:59 pm
di Shorsh Surme —– Alcuni partiti politici israeliani hanno ripetutamente annunciato la loro intenzione di annettere parti della Cisgiordania, in particolare le aree degli insediamenti e la valle del Giordano, a Israele, il che solleva preoccupazioni regionali e internazionali sul futuro di una pace giusta nella regione e sulla misura in cui questo approccio sia compatibile con le convenzioni internazionali e gli accordi di pace conclusioni in precedenza.
L’annessione della Cisgiordania è contraria alle convenzioni internazionali e alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che sottolineano l’inammissibilità di occupare con la forza le terre altrui. La risoluzione n. 242 del Consiglio di sicurezza emessa nel 1967 sottolineava la necessità del ritiro delle forze israeliane dai territori occupati durante la guerra del giugno 1967, inclusa la Cisgiordania. Molte altre risoluzioni delle Nazioni Unite hanno affermato il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione e alla creazione del loro stato indipendente nei territori occupati, rendendo l’annessione della Cisgiordania una chiara violazione di queste risoluzioni.
Le pratiche di annessione rientrano in chiare violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, che proibisce allo Stato occupante di trasferire la propria popolazione nei territori occupati o di apportare cambiamenti demografici al loro interno, cosa che Israele fa da decenni incoraggiando gli insediamenti e trasferendo un gran numero di coloni in Cisgiordania. Inoltre, l’annessione è una violazione del principio del diritto dei popoli all’autodeterminazione, che è uno dei principi fondamentali del diritto internazionale e costituisce la pietra angolare degli sforzi internazionali per raggiungere la pace e la sicurezza in Medio Oriente.
In termini pratici, l’annessione della Cisgiordania rappresenta una minaccia diretta agli accordi di pace esistenti, in particolare agli Accordi di Oslo firmati tra l’Organizzazione per la liberazione della Palestina e Israele nel 1993, che sono considerati un quadro di base per la soluzione dei due stati, in quanto stabiliscono l’istituzione dell’autogoverno palestinese in Cisgiordania e a Gaza in preparazione al raggiungimento di un accordo definitivo. Pertanto, qualsiasi mossa per annettere terre dalla Cisgiordania minerebbe praticamente questo accordo e porrebbe fine alle possibilità di raggiungere una soluzione a due stati.
Il L’annessione della Cisgiordania potrebbe inoltre avere effetti negativi sul trattato di pace tra Giordania e Israele firmato nel 1994, noto come “Accordo di Wadi Araba”. La Giordania considera la stabilità della Cisgiordania e i diritti del popolo palestinese parte integrante della la sua sicurezza nazionale, e il governo giordano ha espresso il suo completo rifiuto dei piani di annessione israeliani. La Giordania teme che questa mossa porterà a un’escalation delle tensioni e a un aumento delle pressioni demografiche, che potrebbero influenzare la stabilità interna della Giordania e aumentare i sentimenti popolari di ostilità verso Israele.
L’annessione della Cisgiordania è una minaccia per la sicurezza e la stabilità della regione, poiché aumenta le tensioni e apre la porta allo scoppio di nuove ondate di violenza. L’annessione potrebbe spingere le fazioni armate palestinesi a intensificare le loro operazioni contro Israele nel tentativo per resistere a questa mossa, e la questione potrebbe trasformarsi nello scoppio di scontri diffusi che colpiscono i civili e portano a nuove ondate di sfollamento.
Inoltre, l’annessione della Cisgiordania potrebbe spingere i paesi della regione ad assumere posizioni dure contro Israele, il che potrebbe complicare ulteriormente la situazione della sicurezza e indebolire le opportunità di cooperazione tra Israele e i suoi vicini. Il disappunto della comunità internazionale per la mossa di annessione potrebbe portare a un maggiore isolamento diplomatico di Israele e all’imposizione di sanzioni internazionali, che influenzerebbero la stabilità dell’intera regione.
Annessione comporta enormi costi economici e sociali. Da un lato, l’annessione sconvolgerà l’economia palestinese, che dipende in larga parte dal commercio e dal lavoro all’interno di Israele, il che esacerberà i tassi di disoccupazione e povertà tra i palestinesi. Aumenterà inoltre le restrizioni alla circolazione delle persone e delle merci, il che limiterà la capacità dei palestinesi di perseguire la propria vita economica e aumenterà la loro sofferenza vitale.
D’altro canto, Israele dovrà affrontare grandi sfide economiche a causa del suo sostegno ai costi di amministrazione dei territori occupati, della sicurezza degli insediamenti e dell’espansione delle infrastrutture al loro interno. Inoltre, l’annessione potrebbe portare a una riduzione della quantità di sostegno finanziario internazionale che Israele riceve da alcuni paesi e organizzazioni, poiché molti di questi paesi considereranno l’annessione della Cisgiordania come una violazione delle convenzioni internazionali, spingendoli a riconsiderare il loro sostegno economico e politico a Israele