Aggiornato il 18/11/24 at 07:41 pm
di Shorsh Surme –——— Analisti del mondo arabo ritengono che la squadra di governo annunciata dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump indichi un rafforzamento delle figure sioniste che sostengono le politiche estremiste israeliane. Ciò spinge i paesi arabi ad assumere posizioni ferme per contrastare queste tendenze, che vedono nomine aver deluso profondamente le speranze di molti elettori statunitensi arabi e musulmani che riponevano la speranza della fine delle guerre in Medio Oriente.
Tuttavia non si tratta di una sorpresa, poiché riflette un approccio scontato di Trump in continuità con il sostegno fornito a Israele durante il suo primo mandato (2017-2021).
Tra i nomi controversi della squadra di governo è emersa la nomina del senatore repubblicano Marco Rubio alla carica di segretario di Stato. Rubio è considerato uno dei “falchi”, noto per il suo sostegno incondizionato a Israele, e questo è evidente nelle sue dichiarazioni pubbliche da quando ha assunto l’incarico di membro del Senato nel 2011, e nella sua appartenenza al Comitato per le Relazioni estere.
Per quanto riguarda il ministero della Difesa, Trump ha scelto il conduttore televisivo ed ex militare Pete Hegseth, considerato uno dei più entusiasti della politica israeliana di destra. Hegseth aveva precedentemente chiesto la “distruzione di Gaza”, aveva sostenuto l’assassinio da parte del suo Paese del comandante della Forza al-Quds iraniana Qassem Soleimani nel 2020 e aveva esortato gli Stati Uniti a bombardare direttamente l’Iran.
Per quanto riguarda la posizione di rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Trump ha nominato Elise Stefanik, nota per il suo forte sostegno a Israele. Le Nazioni Unite sono state precedentemente accusate di essere “impantanate nell’antisemitismo”, un’accusa comune usata dai politici israeliani e dai loro alleati per “mettere a tacere” le critiche alle politiche di Israele.
Trump ha anche annunciato la nomina di Mike Huckabee ad ambasciatore in Israele. Huckabee è considerato uno dei più importanti sostenitori degli insediamenti nei territori palestinesi occupati, oppositore della soluzione dei due Stati, e contrario a descrivere la Cisgiordania come territorio occupato.