Israele. Economia in contrazione per la crisi bellica

Aggiornato il 22/10/24 at 03:23 pm

di Shorsh Surme –——La guerra a Gaza e le sue conseguenze, che hanno coinvolto diverse regioni del Medio Oriente, hanno inferto un duro colpo all’economia globale, in particolare all’economia di Israele, in cui la spesa pubblica ha superato i 140 miliardi di dollari, con una perdita di 15 miliardi di dollari dall’attacco al Libano, secondo Ziad al-Hashemi, consulente economico internazionale e ricercatore di dottorato presso l’Università Anglia Ruskin.
Al-Hashemi ha sottolineato, durante un simposio scientifico internazionale tenutosi online dal titolo “Conflitti in Medio Oriente e il loro impatto sull’economia”, che l’economia israeliana si è contratta del 27% nell’ultimo trimestre di quest’anno, con aspettative di crescita zero fino alla fine del anno, e anche il valore dello shekel è diminuito rispetto al dollaro, cosa che ha portato al crollo dei mercati azionari israeliani, soprattutto nel settore tecnologico, che costituisce il 31% del PIL.
Al-Hashemi è intervenuto al simposio organizzato dal Centro di ricerca dell’Università Cihan di Dohuk, nel nord dell’Iraq, il quale ha visto la partecipazione di oltre cento personalità politiche, economiche e dei media di diversi paesi del mondo. Ha affermato che la conversione delle rotte di trasporto marittimo dal Mar Rosso su rotte più lunghe ha causato un aumento significativo dei costi di trasporto, spiegando che questo aumento ha influito sull’efficienza del trasporto internazionale e ha aumentato i costi assicurativi a causa dei rischi per la sicurezza.
È interessante notare che gli Houthi nello Yemen hanno iniziato a prendere di mira le navi dirette in Israele per fare pressione affinché venisse revocato l’assedio su Gaza, iniziativa che si è espansa fino a includere navi di altre nazionalità dirette ai porti israeliani.
Ha aggiunto che queste sfide si sono riflesse nei prezzi delle materie prime in Europa e negli Stati Uniti, che in alcuni casi sono aumentati del 300%.
Per quanto riguarda le economie arabe, al-Hashemi ha affermato che l’Egitto è tra i paesi più colpiti, poiché il traffico navale attraverso il Canale di Suez è diminuito del 50%, il che ha comportato una diminuzione delle entrate del canale di circa 6 miliardi di dollari; i costi del trasporto marittimo sono aumentati del 150%, ma ha osservato che il traffico dei trasporti ha iniziato gradualmente a riprendersi.
Per quanto riguarda le grandi trasformazioni politiche a cui la regione potrebbe assistere nel prossimo futuro, l’ex ministro dei Diritti umani del Governo Rrgionale del Kurdistan Iracheno, Muhammad Ihsan, ha affermato che esiste la possibilità di una trasformazione radicale in Medio Oriente come risultato della competizione tra Stati Uniti e Cina.