Aggiornato il 06/09/24 at 07:07 pm
di Shorsh Surme –——–La battaglia di Gaza sembra avvicinarsi alla fine con segnali di accordi emergenti tra Hamas e Israele e Hassan Nasrallah di Hezbollah che annuncia che non ci sarà alcuna guerra di rappresaglia per la morte di circa 500 leader e combattenti di Hezbollah. In queste ore Hamas sta restituendo i resti degli ostaggi israeliani morti. Tuttavia il prossimo accordo non impedirà futuri scontri tra Iran e Israele, a meno che entrambe le nazioni non lavorino per evitare futuri conflitti, il che richiederebbe compromessi significativi. La strategia di accerchiamento dell’Iran porterà probabilmente a una guerra tra queste due potenze regionali. Negli ultimi quattro decenni gli scontri per procura sono continuati, con lunghe tregue intermittenti che hanno causato danni limitati.
Il raid di Hamas del 7 ottobre ha rappresentato un cambiamento qualitativo nel conflitto con i palestinesi, risvegliando profonde paure in Israele. Israele ha tentato di smantellare il regime di Hamas a Gaza puntando sulla politica di deterrenza, secondo cui ogni attacco a Israele ha un prezzo elevato, e rafforzando di conseguenza la sua immagine di potenza regionale. Durante la guerra Israele ha dimostrato di essere in grado di combattere lunghe battaglie, 11 mesi finora, su più fronti: Gaza, Cisgiordania, Libano, Iran. Israele ha dimostrato un’intelligence articolata e capacità militari avanzate, tanto che senza entrare nemmeno di un centimetro di territorio libanese, le forze israeliane sono riuscite a eliminare metà dei leader di Hezbollah. Ha anche preso di mira diversi leader della Guardia Rivoluzionaria iraniana e ha audacemente assassinato un leader di Hamas Ismail Haniyeh nella stessa Teheran.
Una parte significativa degli israeliani, in particolare l’élite, potrebbe non apprezzare Benjamin Netanyahu e i suoi alleati religiosi, ma si è comunque unita dietro di lui. Nonostante le pesanti perdite tra le forze israeliane, i miliardi di dollari che sanguinano dall’economia israeliana e il suo fallimento nell’eliminare la leadership di Hamas, nulla ha spinto Netanyahu a fermare la guerra.
Tuttavia se la guerra di Gaza è rimasto un affare israeliano, qualsiasi futura guerra con l’Iran coinvolgerebbe sia Israele che l’occidente. Israele è ora più preparato che mai per un conflitto su larga scala, con flotte navali di pronte per una guerra importante con l’Iran, cosa che segna uno dei più grandi accrescimenti militari della regione. Si tratta di un chiaro segnale a Teheran e, nonostante le dichiarazioni della Russia, le visite di funzionari russi e il rapido dispiegamento di aiuti militari per contrastare eventuali attacchi aerei contro l’Iran, un’escalation verrebbe ad essere diversa da qualsiasi conflitto precedente nella regione, fin dalla guerra del 1973. Potrebbe portare l’Iran a riconsiderare l’inutilità di confrontarsi con Israele o lo spingerà a sviluppare maggiori capacità. L’accordo del Cairo è sul punto di porre fine ai combattimenti a Gaza, ma non porrà fine alla prontezza per la guerra con l’Iran e Hezbollah.
Dall’inizio della guerra dell’anno scorso, Israele si è preparato per un conflitto al di fuori di Gaza. Ha distribuito generatori di corrente di riserva in tutto il paese, riempito serbatoi d’acqua, intensificato le misure di sicurezza informatica e accumulato scorte alimentari per diversi mesi. Israele afferma di poter generare elettricità da una vasta gamma di fonti, sulla terraferma, nel sottosuolo e in mare. Se la rete elettrica venisse distrutta, un sistema di riserva ripristinerà l’energia entro sette minuti. Israele ha anche preparato bunker per centinaia di migliaia di persone come seconda linea di difesa, in caso di fallimento del sistema difensivo Iron Dome. La mentalità di trinceramento e la preparazione alla guerra svolgono un ruolo cruciale nel guidare le decisioni verso il conflitto.
Per decenni la strategia principale di Israele si è basata sulla probabilità di una guerra regionale, un tempo concentrata su Egitto, Giordania e Siria. Oggi questa strategia è rivolta contro l’Iran, che considera la principale minaccia esistenziale, a causa della sua ricerca di una capacità militare nucleare e di uno sviluppo missilistico che potrebbe raggiungere le principali città di Israele. Ciò rende l’Iran, non i suoi proxy, il prossimo obiettivo per Israele.