Aggiornato il 22/05/24 at 07:40 pm
di Gianni Sartori-———–Messo in libertà nel gennaio di quest’anno (dopo 32 mesi di detenzione in un carcere della Serbia), Ecevit Piroğlu veniva riarrestato il 12 gennaio.
Sul suo capo pende una domanda di estradizione da parte della Turchia. Domanda a cui la Corte suprema serba ha risposto negativamente.
Durante la precedente detenzione Ecevit aveva intrapreso uno sciopero della fame durato 136 giorni uscendone assai provato. Lo ha ripreso in febbraio per protestare contro quella che ha tutte le apparenze di una persecuzione giudiziaria di natura politica.
Complessivamente ha trascorso circa tre anni in prigione e – avendo ormai superato il 100° giorno anche in questo secondo sciopero – il suo stato di salute è in netto peggioramento.
Nato a Kırşehir nel 1974, militante di sinistra dai primi anni novanta, membro del direttivo della Associazione dei Diritti Umani (IHD, ben nota per aver denunciato le torture sui detenuti, la repressione durante le manifestazioni, i casi di militanti di sinistra e curdi “desaparecidos” ), viene accusato di far parte del Movimento Rivoluzionario Unito dei Popoli (HBDH) e del Partito della Democrazia Socialista (SDP, costretto allo scioglimento per la repressione nel 2015). In Turchia era stato arrestato varie volte e per questo, sentendosi perseguitato, nel giugno del 2021 aveva preso la decisione di lasciare il Paese. Solo per aver partecipato alle proteste di Gezi Park (nel 2013) rischiava fino a 30 anni di carcere. Tra il 2015e il 2021, aveva combattuto insieme ai curdi contro Daesh in Rojava. Quanto basta – e avanza – in Turchia per essere accusato di “appartenenza a un’organizzazione terrorista”. Arrestato all’aeroporto Nikola Tesla (Belgrado), veniva poi arrestato e tenuto in carcere nonostante la sua richiesta – direi motivata, legittima – di asilo politico. Il primo sciopero della fame lo aveva iniziato il 2 giugno 2022 (a circa un anno dall’arresto) per protestare contro la minacciata estradizione. Tenuto in isolamento, dopo aver perso molto peso, le sue forze fisiche – e in parte anche le stesse facoltà mentali – erano andate pericolosamente deteriorandosi.
Nel gennaio 2023, in vista della decisione finale della Corte d’appello in merito all’estradizione (già concessa da un tribunale di grado inferiore), in suo sostegno vennero organizzate numerose manifestazioni – sia in Europa che altrove – davanti alle sedi diplomatiche della Serbia. Particolarmente significativa quella davanti al consolato di Bruxelles del 16 gennaio 2023. Così come quella più recente, organizzata da HBDH nell’aprile 2024 (nel sessantottesimo giorno del suo secondo sciopero della fame) davanti al consolato serbo a Zurigo.
Sempre in questi giorni i suo caso è stato classificato come “Azione Urgente” da Amnesty International.
Nel comunicato di A.I. si legge che “Ecevit Piroğlu, attivista politico turco, è recluso in maniera illegittima e arbitraria in un centro di detenzione per migranti in Serbia dal giugno 2021 e potrebbe essere deportato in Turchia nonostante un tribunale serbo abbia stabilito che non può essere estradato. Il 12 febbraio ha dichiarato lo sciopero della fame per protestare contro la prosecuzione della sua reclusione nel centro di detenzione di Padinska Skela, esprimendo l’intenzione di proseguire fino alla sua liberazione. La sua saluta è peggiorata in maniera significativa per mancanza di cure mediche adeguate. Corre il rischio di essere inviato illegalmente in Turchia dove potrebbe subire gravi violazioni dei diritti umani”.E per questo conclude il comunicato di A.I. “Ecevit Piroğludeve essere immediatamente posto in libertà”.