Aggiornato il 19/05/24 at 11:57 am
di Shorsh Surme –——–La giustizia turca, di fatto braccio amministrativo del “sultano-presidente” Recep Tayyip Erdogan, ha condannato il leader curdo Selahattin Demirtas a 42 anni d reclusione.
Ex avvocato, Demirtas sta languendo dietro le sbarre dal 2016 per aver condotto un’incessante battaglia politica contro Erdogan, dando vita ad un partito democratico curdo di sinistra capace di attrarre le simpatie anche dell’elettorato non curdo. Il suo Partito Democratico Popolare (HDP) è divenuto in pochi anni il terzo blocco del Parlamento.
Chiamato “Selocan” (il mio caro Selo) dai suoi ammiratori e “terrorista” da Erdogan, il 51enne è stato condannato giovedì a 42 anni di prigione per le proteste del 2014 per l’attacco dell’Isis al confine siriano città di Kobane.
I governi occidentali vedono Demirtas come un prigioniero politico punito per il crimine di essere un curdo che contribuì a rompere il controllo sul Parlamento da parte di Erdogan nel 2015, creando una forza ben accetta dall’elettorato giovane per via della lotta per i diritti dei lavoratori e delle persone omoaffettive. Il leader turco lo riconquistò nel giro di pochi mesi indicendo elezioni anticipate: le vinse alleando il suo partito di ispirazione islamica alla destra estrema.
Il successo storico di Demirtas e dell’HDP, che seppe conquistare sei milioni di voti e 80 dei 550 seggi parlamentari nel 2015, ebbe un prezzo politico doloroso, con arresti di parlamentari e del leader Demirtas con l’accusa di sostegno al terrorismo.
Il governo di Erdogan sta oggi cercando di mettere al bando l’HDP per presunti legami con il terrorismo, e in parlamento il partito è stato sostituito dal DEM.
Ale ultime presidenziali l’HDP ha sostenuto il candidato dell’opposizione che è stato sconfitto da Erdogan al ballottaggio, una sconfitta che ha spinto Demirtas a dimettersi dalla politica attiva: “Mentre continuo la lotta come tutti i miei compagni di prigione, in questa fase lascio la politica attiva”, ha affermato.