Aggiornato il 03/05/18 at 04:33 pm
Erbil – L’appuntamento è per sabato 20 ottobre alle 16,30: ad Ankawa, sobborgo di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, all’interno di un’area di 30mila mq messa a disposizione dalla Chiesa caldea, …….. verrà posta la prima pietra della futura Università cattolica. Alla cerimonia interverrà anche il governatore di Erbil, Nawzad Hadi Mawlood, che esprimerà nel discorso inaugurale il sostegno delle istituzioni civili ad un progetto accademico considerato di grande impatto sociale.
L’impresa è, a suo modo, un frutto dell’Assemblea sinodale sul Medio Oriente svoltasi a Roma nell’ottobre 2010: “Quel Sinodo – spiega all’Agenzia Fides l’Arcivescovo caldeo di Erbil, Bashar Warda, grande patrocinatore dell’iniziativa – ci ha richiamato a cercare forme concrete di aiuto alla presenza e alla testimonianza dei cristiani in Medio Oriente. Abbiamo preso contatti con l’Universitè Saint-Esprit di Kaslik, il rinomato Ateneo fondato in Libano dall’Ordine Libanese Maronita, chiedendo loro di aiutarci a portare avanti il nostro progetto. La risposta è stata entusiasta. Contiamo di concludere i lavori entro il 2015”. L’obiettivo è creare un polo d’insegnamento universitario privato aperto a tutti, conforme alle esigenze del mercato e strettamente associato alla ricerca scientifica. Due sacerdoti caldei, temporaneamente a Roma per gli studi nelle Accademie pontificie, stanno anche seguendo corsi di management amministrativo per assumere ruoli di gestione e coordinamento nella futura Università. Già nel periodo di rodaggio si prevede che le strutture potranno ospitare fino a 3mila studenti, con percorsi e livelli accademici differenziati e prevalentemente attinenti all’area umanistica tecnico-scientifica (informatica,, tecniche amministrative, scienze dell’economia).
Ad Ankawa è già dislocato il Babel College, la facoltà di teologia e filosofia affiliata alla Pontificia Università Urbaniana che attualmente rappresenta l’unico centro cristiano di studi teologici di alto livello operante in Irak. L’impulso a investire risorse in un’Università privata orientata alle discipline umanistiche e tecnico scientifiche nell’attuale contesto iracheno è connotato da evidenti implicazioni pastorali. Nonostante le relative condizioni di sicurezza sociale che contraddistinguono il Kurdistan iracheno, molti giovani cristiani considerano la loro provvisoria residenza nell’area come una tappa sul cammino dell’emigrazione. “L’Università – sostiene con fiducia il Vescovo Warda – offrirà una buona chance per intensificare la rete di contatti con le analoghe istituzioni cattoliche di tutto il mondo. Sarà anche uno strumento utile, nel momento critico che sta attraversando l’Irak: abbiamo bisogno di queste risorse per aiutare anche i giovani cristiani che vogliono continuare a testimoniare il dono della fede nella loro terra”. (GV) (Agenzia Fides 19/10/2012)
Lascia un commento