Aggiornato il 05/09/23 at 09:22 pm
di Shorsh Surme –.———-La popolazione araba non ha mai accettato la presenza dei curdi a Kirkuk. Domenica il primo ministro iracheno Mohammed Shia’ al-Sudani ha esortato le autorità competenti a non mostrare “nessuna esitazione” nel ritenere responsabili coloro che hanno aperto il fuoco contro i manifestanti curdi a Kirkuk durante le recenti proteste. Gli scontri di sabato tra manifestanti arabi e turkmeni da una parte, e residenti curdi dall’altra hanno provocato la morte di almeno quattro manifestanti curdi e il ferimento di altri 15 dopo che le forze irachene hanno sparato proiettili veri per disperderli.
Al-Sudani ha ordinato la formazione di un comitato investigativo sulle morti e i feriti durante le proteste, promettendo di consegnare i colpevoli” alla giustizia, e in una riunione di gabinetto il premier iracheno ha esortato tutti i partiti politici di Kirkuk a mantenere la pace, esercitare moderazione e evitare alterchi che avrebbero un impatto negativo su tutto il paese.
Il premier ha invitato le autorità competenti a “non esitare a garantire i responsabili delle vittime e dei feriti alla giustizia, in conformità con le procedure legali, una volta completate le indagini e scoperti i dettagli sugli incidenti deplorevoli”, si legge nella nota dell’ufficio del primo ministro.
Il primo ministro della Regione autonoma del Kurdistan Irq. Masrour Barzani ha ordinato al ministero dei Martiri e degli Affari di Anfal di registrare le quattro vittime dell’escalation di sabato a Kirkuk come “martiri”, secondo una dichiarazione del portavoce del KRG Peshawa Hawramani. Barzani ha inoltre invitato le autorità competenti a facilitare la fornitura di tutte le cure mediche necessarie ai feriti.
Domenica al-Sudani ha incontrato anche i membri del parlamento iracheno di Kirkuk, sottolineando la necessità di mantenere la sicurezza e la stabilità nella provincia, come pure il ruolo delle forze di sicurezza, “composte da vari rami e agenzie”, nella salvaguardia dei diritti dei cittadini.
I fatti.
Le Forze di mobilitazione popolare irachene (PMF) e i loro sostenitori hanno organizzato un sit-in vicino al quartier generale del Comando operativo congiunto (JOC) dell’esercito iracheno e hanno bloccato l’autostrada principale Kirkuk-Erbil per quasi una settimana, causando disagi ai cittadini in entrata e in uscita e frustrazione tra i i residenti. I manifestanti hanno chiesto di revocare l’ordine di liberare gli edifici occupati a Kirkuk in vista del ritorno del Partito Democratico del Kurdistan (KDP) negli uffici che occupava prima dell’ottobre 2017.
Oltre a bloccare l’autostrada, vi erano manifestanti che insultavano e mancavano di rispetto alla bandiera della Regione del Kurdistan e alla statua dei Peshmerga facendo infuriare ulteriormente i curdi, che in risposta hanno a loro volta tenuto manifestazioni. Le proteste hanno presto preso una piega violenta, provocando ore di caos e instabilità per i cittadini di Kirkuk.
Domenica la Corte suprema federale irachena ha dichiarato di aver deciso di sospendere l’attuazione dell’ordinanza del al-Sudani fino a quando non verrà presa una decisione sulle cause legali in corso nella speranza di “mantenere la sicurezza nella provincia di Kirkuk”.
Il primo ministro curdo ha descritto la decisione della Corte suprema irachena come una “farsa” in un post su Twitter, e con altri funzionari ha messo in dubbio la costituzionalità stessa della Corte a seguito di una serie di sentenze anti-Kurdistan.
Kirkuk è una città multietnica che ospita curdi, arabi, turkmeni e assiri. La città era sotto amministrazione congiunta prima del 2014, quando i curdi presero il pieno controllo dopo che le forze irachene si ritirarono di fronte all’offensiva dello Stato Islamico (ISIS).
I curdi hanno tenuto Kirkuk fino al 16 ottobre 2017, quando le forze irachene hanno ripreso il controllo ed espulso le forze di sicurezza curde in seguito al referendum sull’indipendenza del KRG. Mentre altri partiti politici curdi rimangono attivi a Kirkuk, il KDP si è rifiutato di tornare, affermando che la città era “occupata” dalle milizie sciite.
Il 18 dicembre in Iraq si terranno le elezioni per il rinnovo dei Consigli provinciali, le prime dal 2013. Sebbene le elezioni escluderanno le province della regione del Kurdistan, sono viste dai partiti curdi come un’opportunità per riconquistare appoggi nel contesto politico.