Iraq arma il confine con la Siria , nella regione curda : problemi politici

Aggiornato il 03/05/18 at 04:33 pm


di Shorsh Surme

Se i Siriani piangono, gli Iracheni non ridono di sicuro. In questi giorni l’attenzione è alle stelle, dopo che il primo ministro Sciita Al Maliki ha inviato due divisioni di militari nella zona curda al confine con la Siria, con ogni probabilità per soccorrere il suo amico, il presidente siriano Bashar Al Assad, senza aver interpellato l’autorità ……. della regione del Kurdistan come previsto dalla nuova costituzione.
Il premier Nuri Kamal Maliki, che detiene il potere politico e militare da due anni, ha cercato di remare contro tutti i partiti, sia quelli arabi sciiti e sunnti, sia quelli curdi. A due anni dalla formazione del governo è anche grazie alla mediazione curda che dopo oltre otto mesi dalle elezioni si è potuto formare un governo legislativo che doveva essere un governo di unità nazionale. Invece Al Maliki da due anni detiene ad interim tre decasteri molto importanti, quelli della difesa, degli Interni e della sicurezza nazionale.
I Curdi, su richiesta degli altri partiti Iracheni come Al Iraqia di Allawi e il movimento di Muqtada al-Sadr e di altri piccoli partiti stanchi del comportamento di Al Maliki, hanno presentato un mozione di sfiducia nei confronti di Al Maliki, cosa che ancora non si è concretizzata per mancanza di numeri. Infatti, proprio sabato scorso il presidente della Regione del Kurdistan dell’Iraq, Massuod Barzani, ha divulgato una dichiarazione sia all’opinione pubblica Irachena sia l’opinione pubblica internazionale.
“Se il Governo centrale iracheno non interromperà immediatamente il taglio dei fondi destinato alla regione del Kurdistan, prendere questa decisione come una dichiarazione di guerra”, ha detto il Presidente curdo Barzani, dopo che da Baghdad hanno fatto sapere che intendono “punire il Kurdistan” per aver venduto petrolio direttamente senza passare per il Governo federale, cosa prevista dalla costituzione federale irachena.
Barzani ha aggiunto ancora che “Le accuse del Governo federale sono ingiuste e ingiustificate. Le nostre vendite rientrano nelle prerogative attribuiteci dalla Costituzione e non avremmo comunque mai venduto quel greggio se non ci fossero stati tagliati i fondi. – ha insistito Barzani – Piuttosto dicano loro dove hanno messo i 27 miliardi di dollari destinati al comparto dell’energia elettrica e di cui non si sa più niente”.
l Presidente della regione del Kurdistan accusa anche Presidente Barack Obama per aver venuto 15 jet da combattimento F16 nel momento in cui metà degli Iracheni è alla fame, in un paese che galeggia sul petrolio. Come sostiene Barzani, “vendere quei jet a Baghdad equivale a venderli all’Iran”. Barzani ha concluso la sua dichiarazione scrivendo: “Per noi non fa differenza quali jet ci bombardino, F16, MIG 19 oppure MIG 21. Sono decenni che ci bombardano con ogni tipo di aereo e ancora siamo qui. Ci sapremo difendere anche dagli F16 iracheni”.
 

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