Aggiornato il 06/04/22 at 08:20 pm
di Shorsh Surme –—–Mentre la comunità internazionale giustamente condanna lo “zar” russo Vladimir Putin per i crimini commessi nei confronti dei civili, 8 bambini siriani sono stati uccisi mentre andavano a scuola nella martoriata provincia di Idlib, nel nord-ovest della Siria. Il fatto è avvenuto lunedì, e a riferirlo è stato l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), organizzazione vicina alle opposizioni e con sede nel Regno Unito.
I bombardamenti hanno preso di mira Maarat al-Naasan, una città dell’ultima principale roccaforte ribelle della Siria, situata sulla linea del fronte dove si combattono i militari governativi e i ribelli.
In un successivo aggiornamento, il preside della scuola al-Amal, Hajj Ahmed, ha confermato che l’attacco è avvenuto alle 11.15 circa. Due degli studenti erano in settima classe, quattro in ottava e altri due in nona, ha detto, il che significa che avevano un’età compresa tra i 12 e i 15 anni.
Gli attacchi alle scuole in Siria sono diventati frequenti, secondo quanto riferisce l’UNICEF, che ha parlato di 750 attacchi alle strutture educative e al personale scolastico in Siria sin dal 2011. “Troppi bambini hanno perso la vita mentre andavano e tornavano da scuola da quando la crisi è iniziata nel 2011”, ha commentato l’agenzia delle Nazioni Unite dopo l’attacco.
Il conflitto in Siria ha ucciso almeno 350mila, con il SOHR che stima una cifra più vicina al mezzo milione, e ha causato lo sfollamento di più della metà della popolazione prebellica. Secondo l’Unhcr 6,6 milioni di siriani sono rifugiati, soprattutto nei paesi vicini, compresa la regione del Kurdistan in Iraq.
Nell’undicesimo anniversario della guerra sanguinosa siriana, la situazione umanitaria per i siriani rimasti nel paese non potrebbe essere più cruda, con un tasso di povertà del 90% e oltre 14 milioni di individui che dipendono dagli aiuti umanitari.