Aggiornato il 03/05/18 at 04:35 pm
di Shorsh Surme
L’offensiva militare turco-iraniana sta per far naufragare il sogno della popolazione curdo–irachena, quello di vivere in pace ed in libertà dopo anni di massacri e genocidi perpetrati del regime di Saddam. Questi due paesi, l’Iran e la Turchia, non hanno mai visto di buon occhio l’attuale situazione del Kurdistan dell’Iraq, nonostante i guadagni milionari che stanno faccendo proprio con la regione curda in Iraq, che, dopo la caduta di Saddam nel 2003, hanno potuto finalmente usufruire delle proprie risorse, come il petrolio, per lo sviluppo del Kurdistan.
Infatti, la regione del Kurdistan riceve dal governo centrale di Baghdad il 17% dell’introito del petrolio annualmente prodotto, come previsto dalla nuova Costituzione. E’ proprio con questi soldi che il governo regionale curdo sta cercando di ricostruire le infrastrutture che in Kurdistan erano inesistenti, e quindi ci sono attualmente più di mille impresse iraniane e turche che stanno lavorando per realizzare queste opere di ricostruzione.
Nonostante le divergenza tra i due paesi, la Turchia e l’Iran danno l’impressione che ci sia un accordo non dichiarato tra loro per affrontare il problema curdo militarmente, il che è visto dai Curdi come una grave minaccia alla sovranità ed alla sicurezza nazionale.
Ora, la popolazione curdo-irachena è molto preoccupata per le continue violazioni da parte della Repubblica Islamica di Mahmoud Ahmadinejad e della Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Quest’ultimo, che in questi giorni sta visitando i paesi arabi, partecipando alla riunione dalla Lega Araba ha affermato che “riconoscere uno Stato Palestinese non è un dovere, ma un obbligo”.
Posso anche essere d’accordo, ma qui sorge spontanea una domanda, anzi alcune domande: e i 20 milioni di Curdi che vivono in Turchia? Che non hanno diritto di poter usare la loro lingua e cultura? Di essere liberi nel gestire il proprio territorio?
La questione curda in Turchia è il problema politico più importante attualmente di quel paese, e i dirigenti Turchi hanno cercato sempre di risolverla attraverso mezzi militari. La guerra all’infinito non porta da nessuna parte, se non quella di fomentare l’oddio tra i due popoli, Turchi e Curdi.
La miglior garanzia per democratizzazione della Turchia è quella di risolvere la questione curda.
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