Aggiornato il 24/01/19 at 08:05 am
di Shorsh Surme — Secondo i dati delle Nazioni Unite i rifugiati nel mondo sono 68 milioni di essere umani che percorrono attualmente il nostro pianeta, recando un fardello insopportabile: sono i profughi dei quali chi vive nel benessere facilmente si dimentica.
In questi ultimi 30 anni, precisamente dopo il crollo del muro di Berlino, il disfacimento dell’impero Sovietico e la prima e la seconda guerra del Golfo, la guerra in Siria e nello Yamen molte cose sono peggiorate, basti pensare ai conflitti permanenti in corso sia nel continente nero dalla Somalia al Ruanda, sia in Asia, dalla Cecenia allo Srilanka, e alle repressioni del governo Turco, Iraniano, Iracheno e Siriano nei confronti della popolazione curda, oppure alle immigrazioni di massa dei poveri del Sud del Mondo verso i paesi ricchi.
Gli spostamenti in massa di popolazioni si possono dividere in due grandi categorie. Da una parte quelli che sono la diretta conseguenza della violenza dell’Uomo, della sua volontà di dominare, della intolleranza verso i suoi simili. Rientrano in questa importante categoria in particolare gli spostamenti dei rifugiati, cioè di quegli individui la cui vita o libertà sarebbe in pericolo se fossero costretti a ritornare nel loro Paese di origine. Dall’altra parte ci sono invece gli esodi che sono la conseguenza di calamità naturali, di sottosviluppo, di povertà ma anche di catastrofi ecologiche. In questo caso le popolazioni in fuga non sono costituite da rifugiati in cerca di asilo, ma più semplicemente da essere umani in difficoltà che hanno bisogno di aiuto.
Può sicuramente ammettersi che sia nell’uno che nell’altro caso, la gente è obbligata a lasciare il proprio Paese per una questione di sopravvivenza. Non è sempre facile isolare una causa precisa di fuga dei rifugiati, poiché i motivi che inducono le persone a fuggire sono generalmente molto complessi. L’esodo può avere per causa diretta una persecuzione individuale, un conflitto armato, ma anche una campagna di repressione d’ordine politico, economico, etnico o religioso; minimo comune denominatore è l’assenza o l’inefficacia del sistema di protezione nazionale, a volte responsabile diretto della situazione di crisi.
Violazioni gravi e massicce dei diritti umani, accompagnate da una flagrante mancanza dello Stato dall’obbligo di difendere i propri cittadini, costituiscono ancora la causa principale di fuga di molti rifugiati; assassinii, detenzioni arbitrarie, torture e sparizioni, infatti, hanno un profondo impatto sulla popolazione ed alimentano la spirale di paura e violenza che spingerà la gente a cercare rifugio presso i paesi vicini.
Garantire il rispetto dei diritti umani quindi, è il migliore modo per eliminare le cause che costringono i rifugiati all’esilio.
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