Aggiornato il 03/05/18 at 04:35 pm
Fuga dei siriani in Turchia. Sono oltre 4000 le persone che scappano dal regime di Assad nel tredicesimo giorno di protesta nel Paese, costato fino a ora 1300 morti, di cui una trentina solo ieri, e 10 mila arresti. Ieri le forze siriane sostenute da elicotteri hanno attaccato le oceaniche manifestazioni nel paese, in particolare nel nordovest, e la Casa Bianca e l’Onu sono tornate a condannare duramente la repressione.
Secondo quanto riportano testimoni una tenda ospedale e’ stata allestita a Hatay, citta’ di confine, e la Turchia e’ pronta a creare una zona cuscinetto se gli immigrati
supereranno quota 10mila. Non solo, secondo quanto sostiene il sito di intelligenze israeliana Debkafile, il premier di Ankara, Recep Tayyp Erdogan, si preparerebbe a un’offensiva contro Damasco e avrebbe dato gia’ dalla scorsa notte il via libera a un intervento militare.
Secondo Debka, le forze turche avranno una triplice
missione: innanzitutto, arginare il flusso di migliaia di
profughi che, dal villaggio sotto assedio di Jisr al-Shughur e dalle zone limitrofe, si stanno riversando verso il confine turco. Quindi, delimitare una zona militare, nella parte siriana della frontiera, dove la Croce Rossa possa allestire alcuni campi per i rifugiati. Infine, istituire una zona cuscinetto nelle zone curde del nord della Siria, in corrispondenza con la principale citta’, Qamishli.
Erdogan e l’Alto Comando militare turco, prosegue Debka, stanno ancora lavorando per definire i contorni della missione militare, che potrebbe anche evocare i contenuti della risoluzione Onu 1973 che ha consentito l’intervento militare in Libia a protezione della popolazione civile.
Venerdi’ il premier di Ankara aveva accusato il regime di Bashar al-Assad di “atrocita’”. Ancora piu’ duro il presidente turco, Abdullah Gul, il quale aveva avvertito che il suo Paese e’ pronto ai “peggiori scenari, compreso quello militare” per mettere fine ai massacri in Siria.
fonte:Rainews24
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