Aggiornato il 15/12/18 at 07:26 pm
di Shorsh Surme – La Turchia del “sultano” Recep Tayyp Erdogan non si smentisce ed oggi il ministero della Difesa turco ha reso noto che i suoi i suoi cacciabombardieri hanno preso di mira le posizioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) nella regione del Kurdistan dell’Iraq, violando ancora una volta la sovranità territoriale irachena e il Diritto internazionale. Questo, in teoria, disciplinerebbe i rapporti giuridici fra Stati sovrani, cosa di cui la Turchia e il suo presidente Erdogan se ne sono sempre fatti beffe, basti pensare che dal 2017 occupa militarmente la città curda di Afrin, nel Kurdistan siriano (Rojava) senza che nessuno mai abbia detto una parola.
Le forze dei Peshmerga e le ong vicine al distretto di Makhmour, hanno riferito che il bombardamento è avvenuto intorno alle 9:30 del pomeriggio di giovedi 12 dicembre. Altre fonti da Shingal (Sinjar) hanno riportato che i jet turchi hanno colpito i villaggi di Shlu e Tal Ozeir. Finora non ci sono i dettagli circa la presenza eventuali vittime o feriti.
Avviene spesso che la Turchia, membro della Nato e del Consiglio d’Europa, effettui attacchi aerei nel confine della regione del Kurdistan contro presunte posizioni del PKK. In due occasioni, nell’ottobre scorso, Ankara aveva dichiarato di aver ucciso diversi combattenti del PKK nelle aree di Qandil, nel Kurdistan dell’Iraq (Kurdistan del Sud).
Proprio pochi giorni fa Erdogan è tornato nuovamente a puntare il dito contro la popolazione curda, le vittime più vulnerabili e i nemici designati della nuova strategia della tensione elaborata dal Sultano e del suo partito (Akp) a partire dallo scorso luglio: è da allora che continua a ordinare al suo esercito di bombardare indiscriminatamente le città curde nel sud-est del paese, molto vicine sia al Kurdistan siriano e al Kurdistan iracheno (regione federale dell’Iraq), i quali godono di condizioni di autonomia de facto.
In realtà nel progetto neo-ottomanista di Erdogan i curdi rappresentano non solo in Turchia, dove sono 20 milioni, ma anche in Iraq, Iran e in Siria un ostacolo alla sua espansione.
Non bisogna dimenticare che i curdi sono la più grande nazione senza stato del pianeta (40 milioni di persone) e che sono depositari di una cultura di lotta per la libertà. Loro malgrado
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