Aggiornato il 03/05/18 at 04:37 pm
“Una vera catastrofe, umana e religiosa. Ci sentiamo senza alcuna protezione, è necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità!”. Così mons. Basile Georges Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico di Mosul, ai microfoni di Radio Vaticana, parla dell’attacco di domenica scorsa alla chiesa di Nostra Signora della Salvezza a Baghdad costato la vita a 58 persone, tra cui otto bambini, dieci donne e due sacerdoti. E proprio mons. Casmoussa, insieme all’arcivescovo metropolita siro-cattolico di Baghdad, mons. Athanase Mati Shaba Matoka, ha celebrato oggi i funerali dei due preti, denunciando più volte la mancanza di un’adeguata protezione da parte delle autorità irachene. “Per la nostra comunità cristiana è una vera catastrofe, umana e religiosa! – ha detto il presule – questo porterà il panico. Noi continuiamo a tendere la mano per il dialogo, per lavorare insieme, per dimenticare il passato, per superare tutti i nostri dolori… Ma poi quando vediamo che, soprattutto da parte delle autorità, non c’è un’adeguata risposta, ci sentiamo senza alcuna protezione. Allora è necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità”.
Per mons. Casmoussa se le autorità “facessero il possibile dovrebbero innanzitutto instaurare una politica di pace; è necessario poi che cambino le regole affinché ai cristiani siano riconosciuti gli stessi diritti riconosciuti agli altri cittadini”. Ma soprattutto serve “formare un governo di unità nazionale. Le autorità devono rendere sicure le chiese, le comunità cristiane con leggi e con la presenza della polizia affinché i cristiani possano ritrovare fiducia nel loro Paese e nel loro futuro. Le belle parole e i bei discorsi non sono sufficienti”. Anche il procuratore caldeo presso la Santa Sede, mons. Philip Najim, ha parlato di “attentato barbaro, contro l’umanità, contro la Chiesa, contro la religione, contro la dignità dell’essere umano”. Un attacco duramente condannato da tutta la comunità irachena: “ho sentito ieri che c’erano tantissimi musulmani andati a donare il sangue per le vittime nella chiesa. Gli estremisti sono stati condannati dagli islamici stessi: da quell’Islam che conosce Dio, che conosce la fede, che conosce l’amore, che conosce la carità”.
Fonte:Radio Vaticana
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