Aggiornato il 03/05/18 at 04:31 pm
di Patrizia Piccione
Tra i bambini provenienti da aree calde del Medio oriente in cura all’Irccs Burlo Garofolo per patologie gravi che richiedono trattamenti……..
e cure ad alta complessità, anche sei bimbi della Comunità yazidi. Piccoli pazienti dell’antica popolazione non musulmana originaria delle montagne del Kurdistan che – grazie a una virtuosa staffetta medica tra l’ospedale infantile e alcune associazioni di volontariato, come le fondazioni Luchetta, D’Angelo, Ota e Hrovatin e “Bambini del Danubio” – seguono protocolli terapeutici salvavita per malattie gravi per le quali nei paesi d’origine non avrebbero chance di sopravvivenza. Bimbi ricoverati infatti perlopiù in ematoncologia per aggressive forme tumorali e in ortopedia per severe displasie dell’anca.
Il popolo yazida sta oggi attraversando uno dei momenti peggiori della sua storia, da quando è stato preso di mira dagli jihadisti dell’Isis, determinati a cancellarlo dalla faccia della terra. Uomini massacrati e torturati, donne e bambine stuprate e vendute come schiave sessuali, bambini rapiti: questo il film horror della feroce pulizia etnica perpetrata sistematicamente nei confronti del popolo vittima del genocidio di massa. Una tragedia umanitaria i cui risvolti preoccupano non poco la comunità internazionale, ma anche il governo italiano, la Regione Fvg e, visto il coinvolgimento attivo del Burlo e delle associazioni umanitarie cittadine, Trieste stessa. Che assieme a Roma, Udine e Gorizia, sta condividendo una tre giorni di incontri per portare alla luce i contorni di questo inferno in terra, protagonista una delegazione di rappresentanti della comunità. All’incontro di ieri mattina alla Camera dei deputati, la capo delegazione e membro del parlamento federale iracheno, Vian Dakhil Saeed, ha reso una cruda testimonianza di ciò che accade alle vittime della follia integralista dell’Isis in nome della guerra santa. Un vertice sull’emergenza umanitaria del Kurdistan iracheno cui hanno partecipato, tra gli altri, la presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani, la promotrice Marietta Tidei dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), e Marzio Babille dell’Agenzia italiana per la Cooperazione e Sviluppo, che ha tout court classificato la situazione «un massacro deliberato». Violenze raccapriccianti che non riguardano solo il fisico ma soprattutto l’animo e che sfociano in traumi pesantissimi per le vittime. Un raggio d’azione, assieme a quello sanitario, dove la Regione e le associazioni partner possono mettere in campo una rosa articolata di competenze. Questa mattina la delegazione sarà ricevuta nella sede del Consiglio regionale dal presidente Franco Iacop per l’inaugurazione della mostra “Un passo verso la rinascita”, rassegna fotografica con protagoniste ragazze yazid rifugiate, seguita poi dalla visita in Comune. Alle 20 all’Antico Caffè San Marco tavola rotonda (aperta al pubblico) promossa dal Rotary Club Trieste in collaborazione con la Regione “La comunità yazidi e l’assistenza internazionale”, per fare il punto sulle politiche di sostegno agli yazidi e conoscerne da vicino la comunità.
Fonte: il picolo di trieste
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