Aggiornato il 03/05/18 at 04:38 pm
di Stefano Montefiori
Nel Kurdistan iracheno, a una trentina di chilometri da Mosul dominata dallo Stato Islamico, il monastero di Mar Matta resiste. La zona è ormai disabitata, ma quattro monaci restano e si rivolgono al Papa……
Nel Kurdistan iracheno, a una trentina di chilometri da Mosul dominata dallo Stato Islamico, il monastero di Mar Matta resiste.La zona è ormai disabitata, tutti sono scappati per salvarsi dall’arrivo degli uomini dell’Isis, ma quattro monaci restano e si rivolgono al Papa. Lo fanno tramite il filosofo francese, e collaboratore di questo giornale, Bernard-Henri Lévy, che poche settimane fa ha viaggiato nel Kurdistan e ha fatto visita al monastero.
Mercoledì 9 dicembre Lévy era in Vaticano. «Ho trasmesso a Sua Santità l’appello di soccorso che mi hanno affidato i monaci – dice -. Ho consegnato al Papa le foto di Mar Matta, immagini che documentano una situazione di sgomento assoluto. Gli ho spiegato che “queste persone possono essere i prossimi monaci di Tibhirine”», i sacerdoti uccisi dal Gia algerino nel 1996. «Ho riferito al Pontefice che i quattro monaci di Mar Matta resteranno finché ci sarà anche un solo cristiano d’Oriente nella pianura di Ninive – continua Lévy -. “Sono gli ultimi christianorum e lei è la loro ultima speranza”, ho detto al Papa. Per loro è importante che il Pontefice conosca questo atto di resistenza spirituale contro i barbari».
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