Aggiornato il 03/05/18 at 04:39 pm
Due giorni fa una delegazione italiana è stata respinta al passo di frontiera di Semalka e non è riuscita ad entrare in Siria dove avrebbe dovuto visitare i cantoni del Rojava – See more at: http://nena-news.it/comunicato-stampa-il-rojava-e-sotto-assedio/#sthash.wrlXKAcx.dpuf……… Duhok (Kurdistan) 2 ottobre 2015, Nena News – Oggi 12 cooperanti Italiani, più l’interprete, che volevano raggiungere in Siria i liberi cantoni del Rojava – avvocati, medici, insegnanti, sindacalisti, amministratori militanti dei diritti umani – sono stati respinti al passo di frontiera di Semelka, nel territorio del governo regionale del Kurdistan del Sud.
Gli unici che sono potuti entrare sono stati i due giornalisti della delegazione che hanno avuto il permesso di attraversare la frontiera, esibendo i loro tesserini professionali e specificando che si trattava della prima volta (a fronte di una disposizione immotivata che non consente un secondo ingresso).
Tutti i tentativi di discussione e di mediazione con il direttore della frontiera di Semelka si sono rivelati infruttuosi: non c’è stata la volontà politica di risolvere il problema, non è stata data nessuna motivazione al diniego. Dopo ore di argomentazioni lasciate cadere nel vuoto, è stato così negato un elementare diritto previsto dalle norme internazionali! A nulla sono valse le proteste della delegazione.
E questo nonostante l’impegno preso dal Presidente e dal Direttore del Centro Ricerche del Parlamento del Kurdistan che, addirittura, aveva proposto in un primo tempo di fornire un pulmino per accompagnare la delegazione al posto di frontiera. Completamente inutile si è rivelato il coinvolgimento del consolato italiano, il quale non ha fornito alcuna risposta alle richieste presentate.
In modo analogo anche il governo italiano ha prima incontrato i rappresentanti della delegazione, si è confrontato con loro e ha anche chiesto un resoconto finale sul lavoro che sarebbe stato svolto, per poi dimenticarli per strada. Davvero un fatto grave. La delegazione si è trovata di fronte ad un muro di gomma eretto su quella frontiera, di fatto un embargo non dichiarato, che ha completato l’isolamento dell’intera regione del Rojava già posto in essere dalla Turchia.
C’è stato poi un rimbalzo di responsabilità e di rinvii immotivati anche da parte delle istituzioni rappresentative del governo regionale del Kurdistan del sud che si è scordato delle sofferenze patite sotto il governo di Saddam Hussein, sofferenze che oggi vengono riversate sul popolo fratello del Rojava.
Non ci lasceremo intimidire.
Convocheremo immediatamente una conferenza stampa ad Erbil per denunciare l’accaduto.
No all’embargo!!
Free Rojava!!
Free Kurdistan!!
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