
Aggiornato il 05/04/25 at 07:54 pm
di Shorsh Surme –———-Il movimento popolare è tornato nelle piazze arabe e islamiche dopo uno “strano silenzio” degli ultimi mesi, durante i quali il popolo palestinese all’interno della Striscia di Gaza è stato sottoposto a tutti tipi di guerra e a un assedio soffocante.
Decine di migliaia di persone sono state uccise, bruciate, sepolte, lasciate morire di fame o congelate davanti agli occhi del mondo.
Il movimento emerso venerdì, pur non affrontando appieno la portata della sofferenza e del dolore patiti dal popolo di Gaza per oltre 17 mesi di guerra, è riuscito a risvegliare parte della rabbia popolare araba e islamica stagnante.
Con lo slogan “Disobbedienza civile finché non finirà il genocidio”, i media e i social media si sono riempiti di appelli alla mobilitazione generale, alla disobbedienza e alle manifestazioni nelle strade, nelle piazze e davanti alle ambasciate straniere a sostegno di Gaza e del suo popolo. Hanno anche cercato di denunciare le pratiche dell’occupazione israeliana, che non si è fermata un solo istante e ha ottenuto il via libera dal silenzio arabo e internazionale per continuare a commettere crimini.
Tuttavia questo movimento ha sollevato molti interrogativi sulle sue cause, motivazioni e tempistiche. Molti osservatori hanno ipotizzato che tale tendenza sia motivata da motivazioni personali e nazionali piuttosto che da direttive dei governi arabi e islamici. Hanno anche suggerito che questo movimento popolare, nonostante la sua natura limitata, potrebbe fungere da catalizzatore per un cambiamento nell’equilibrio di potere all’interno dei paesi arabi e islamici nel loro insieme, raggiungendo potenzialmente livelli pericolosi che potrebbero contribuire a cambiamenti nella regione se gli orientamenti, gli appelli e gli obiettivi fossero unificati.
Migliaia di persone hanno interagito con l’hashtag #Civil_Disobedience_Until_The_Genocide_Stops sulle piattaforme dei social media, invitando i governi e le istituzioni internazionali ad assumere posizioni più serie per fermare il genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.
Questi appelli giungono in un momento in cui gli eventi a Gaza si stanno intensificando e la situazione umanitaria si sta deteriorando in modo senza precedenti.
Attraverso questa campagna, gli attivisti mirano a esercitare una pressione pacifica sui decisori, interrompendo la vita quotidiana ed esprimendo il loro rifiuto della guerra di sterminio in corso contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.
Questa campagna si inserisce nel contesto di un crescente movimento globale in solidarietà con la Palestina, che chiede la fine della guerra di sterminio in corso nella Striscia e la fornitura del necessario sostegno umanitario ai suoi residenti. Gli attivisti cercano di ampliare la portata della campagna per includere vari settori e comunità in tutto il mondo, con l’obiettivo di avere un impatto reale sulle decisioni politiche e internazionali e di porre fine alla guerra di sterminio.