Siria. Carrarmati israeliani sconfinano: 5 morti

Aggiornato il 26/03/25 at 05:46 pm

di Shorsh Surme –——–Secondo esperti e osservatori quanto accaduto nel villaggio di Koya, nella campagna del governatorato siriano di Daraa, potrebbe ripetersi in futuro. Se ciò dovesse accadere, l’amministrazione di Ahmad al-Sharaa a Damasco si troverebbe di fronte a un dilemma la cui gestione non è legata solo a Israele, ma anche alle reazioni dei siriani minacciati nel sud del Paese.
Secondo un rapporto pubblicato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, martedì cinque persone sono state uccise e altre ferite a Koya in seguito a bombardamenti e attacchi condotti dai carri armati israeliani contro giovani che manifestavano verso le incursioni nel loro paese.
Il portavoce militare israeliano Avichay Adraee ha attribuito lo scontro, durato ore, a quelli che ha descritto come “elementi terroristici” che hanno aperto il fuoco sulle forze israeliane, rendendo necessario un attacco con i droni. Adraee non ha fornito ulteriori dettagli in merito alle ragioni dell’ingresso dell’esercito israeliano a Koya e alla successiva violazione della zona cuscinetto, istituita dall’accordo del 1974.
Non ha inoltre risposto alle segnalazioni confermate dalla Difesa civile siriana, secondo cui un piccolo villaggio al confine era stato bombardato da lontano, un fatto rilevato anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Sebbene le incursioni dell’esercito israeliano nella Siria meridionale, entro i confini dei governatorati di Daraa e Quneitra, siano continuate ininterrottamente dopo la caduta del regime di al-Assad, l’incidente di Koya può essere considerato il primo del suo genere, in base alle modalità in cui si è svolto e alle sue conseguenze.
La ricercatrice per il Medio Oriente Eva Koulouriotis ha affermato su al-Hurra che gli eventi di Koya “fanno suonare i campanelli d’allarme a Damasco”, aggiungendo che lasciare che l’amministrazione della Sharia si opponga da sola alle azioni israeliane aumenterà la probabilità che i residenti della zona adottino azioni unilaterali.
Secondo la ricercatrice queste azioni individuali potrebbero portare a ulteriori scontri, a un maggior numero di vittime civili e a un’ulteriore escalation militare israeliana. Ha poi aggiunto che “Pertanto, il rapido sviluppo di una strategia chiara da parte dell’amministrazione della Sharia per affrontare questa questione risparmierà alla Siria una minaccia importante nel prossimo futuro”.
Stando alle dichiarazioni del ministero degli Esteri siriano, Damasco non sembra avere molto da offrire in termini di risposta pubblica o di impegno diplomatico nei confronti delle azioni di Israele nel sud del Paese. Il ministero ha condannato gli attacchi di Koya, ha invitato i siriani presenti a respingere qualsiasi tentativo di “spostarli o imporre una nuova realtà con la forza” sul terreno. Ha inoltre espresso il suo rifiuto di quelli che ha descritto come crimini, chiedendo un’indagine internazionale su ciò che viene commesso contro persone innocenti e sulle “violazioni israeliane”.