
Aggiornato il 17/03/25 at 02:18 pm
di Shorsh Surme –———Mentre continua il tira e molla tra Washington e Teheran, la regione sta assistendo a rapidi sviluppi che riflettono l’intreccio di interessi regionali e internazionali. Da quando l’amministrazione statunitense, durante il primo mandato del presidente Donald Trump, si è ritirata dall’accordo nucleare nel 2018, le relazioni tra i due paesi sono entrate in una nuova fase di escalation politica e militare. Gli Stati Uniti hanno adottato una politica di “massima pressione” per frenare le ambizioni nucleari dell’Iran, mentre Teheran ha risposto rafforzando le sue capacità di difesa ed espandendo le sue alleanze internazionali. Ciò ha fatto sì che lo scontro tra le due parti assumesse dimensioni più complesse.
Nonostante le successive amministrazioni statunitensi, l’approccio generale di Washington è rimasto fermo nei confronti di Teheran, sia imponendo ulteriori sanzioni economiche, sia minacciando un’opzione militare. Nel frattempo l’Iran sostiene che non si sottometterà ad alcun negoziato sotto costrizione, credendo che le sanzioni non faranno altro che aumentare la sua capacità di adattarsi e aggirarle. Mentre Washington cerca di contenere l’influenza iraniana in Medio Oriente, in particolare in Iraq, Siria e Libano, Teheran sta lavorando per rafforzare la sua presenza regionale supportando i suoi alleati e consolidando la sua strategia di difesa. Ciò fa sì che lo scontro tra le due parti si estenda a molteplici arene, tra cui diplomazia, sanzioni e persino preparativi militari, soprattutto perché Israele sta ora spingendo per un’ulteriore escalation. Tuttavia, recenti mosse diplomatiche indicano un leggero cambiamento nella sua strategia, poiché è diventato più coinvolto negli sforzi politici, pur mantenendo l’opzione militare sul tavolo. Mentre il panorama politico e militare diventa più complesso, la domanda principale rimane: dove sta portando questa crisi? La regione assisterà a un’escalation senza precedenti che porterà a uno scontro diretto, oppure gli sforzi diplomatici riusciranno a calmare la situazione ed evitare uno scontro catastrofico?
Questo rapporto mette in luce gli ultimi sviluppi nel conflitto tra Stati Uniti e Iran e le sue implicazioni per l’equilibrio di potere in Medio Oriente, nel contesto dell’attuale tira e molla tra le due parti.
Mentre le tensioni tra Washington e Teheran aumentano, gli eventi stanno accelerando, con dichiarazioni infuocate e azioni militari, mentre sia Washington sia Teheran cercano di rafforzare le proprie posizioni di fronte alla crescente pressione. Mentre l’amministrazione statunitense continua con la sua politica di “massima pressione” per frenare le ambizioni nucleari dell’Iran, Teheran ha ribadito il suo rifiuto di qualsiasi negoziato sotto coercizione, citando il rafforzamento delle sue capacità difensive e l’espansione delle sue alleanze internazionali. Nel rapporto “Illuminations” di oggi di al-Ayyam News, passiamo in rassegna gli ultimi sviluppi politici e militari tra le due parti e le loro implicazioni per il futuro della regione, dati i mutevoli equilibri di potere e l’attuale lotta tra escalation diplomatica e opzioni militari.
In questo contesto il presidente del parlamento iraniano Mohammad Bagher Qalibaf ha affermato domenica che Teheran non attenderà segnali da Washington, ma continuerà a contrastare le sanzioni imposte rafforzando le sue capacità interne ed espandendo le sue alleanze estere. Qalibaf riteneva che le politiche del presidente statunitense Donald Trump nei confronti degli altri paesi dimostrassero chiaramente che i suoi appelli al dialogo non sono altro che una scusa per ingannare l’Iran e disarmarlo, nel tentativo di ottenere concessioni ingiustificate.
Il funzionario iraniano ha sottolineato che il suo Paese rifiuta qualsiasi forma di negoziazione coercitiva imposta sotto minaccia e pressione, affermando che “i negoziati volti a forzare concessioni porteranno solo all’umiliazione del popolo iraniano senza una reale revoca delle sanzioni”. Queste dichiarazioni sono arrivate sulla scia di nuove minacce emesse dalla Casa Bianca, con il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Brian Hughes il quale ha affermato che gli Stati Uniti sono pronti a trattare con l’Iran o con la forza militare o raggiungendo un accordo. Trump ha ribadito questa posizione in un’intervista con Fox Business, sottolineando che il suo paese spera che l’Iran anteponga gli interessi del suo popolo a ciò che ha descritto come terrorismo.