
Aggiornato il 15/03/25 at 03:52 pm
di Shorsh Surme –…………Con l’invecchiamento naturale degli alti esponenti del clero iraniano, si sta formando in Iran una nuova generazione di marjas. La Marja è considerata la massima autorità religiosa tra i musulmani sciiti. La successione non è un processo semplice e gerarchico. È essenziale comprendere e distinguere tra i principali campi clericali e riconoscere la misura in cui la competizione tra loro avrà un impatto sul futuro del paese.
Come nell’arena politica, la probabile competizione per la supremazia nei seminari sarà tra ecclesiastici riformisti e conservatori. Va notato che il sistema politico iraniano favorisce i conservatori. Nel frattempo i religiosi indipendenti, che generalmente evitano di immischiarsi nella politica, sono determinati a superare gli ostacoli posti dallo Stato.
È possibile identificare alcuni religiosi che potrebbero diventare ayatollah entro i prossimi dieci anni. Ci sono interrogativi su come tutto ciò si relazionerà al futuro dell’Iran. Il futuro orientamento del seminario è di grande importanza per il Paese, poiché la leadership religiosa iraniana potrebbe avere un’influenza molto maggiore di quella attuale se la posizione della Guida suprema dovesse indebolirsi in seguito alla morte dell’ayatollah Ali Khamenei.
In un’intervista con Amwaj Media un religioso e insegnante avanzato della città santa di Qom ha parlato di ciò che riserva il futuro al seminario religioso iraniano. “Il prossimo decennio sarà cruciale perché segnerà l’inizio di un’era, soprattutto per il gran numero di riferimenti”, ha affermato. Ha parlato delle ragioni degli attesi scontri tra religiosi riformisti e intransigenti, aggiungendo che queste rivalità “saranno radicate nelle lotte di potere e nei movimenti e piani dei gruppi politici e dello Stato per sostenere i loro ayatollah preferiti”.
Il termine più noto, marja’ al-taqlid, si riferisce ai chierici che sono legalmente in grado di dedurre sentenze religiose. I loro seguaci si rivolgono ai loro consigli sui doveri religiosi e sulle questioni sociali come fonti da imitare. Una di queste autorità è l’ayatollah Ruhollah Khomeini, che guidò la rivoluzione iraniana del 1979 per rovesciare la dinastia Pahlavi sostenuta dagli Stati Uniti.
Il percorso per diventare un punto di riferimento è difficile e richiede tempo, decenni di studio e la capacità di esercitare l’ijtihad, ovvero di ricavare nuove regole dal diritto esistente. Per elevare il rango di un chierico è necessaria anche l’autorizzazione di due o tre grandi ayatollah, la massima autorità della setta sciita. L’insegnamento di corsi di ricerca esterna, il livello di formazione più avanzato, è un altro punto di partenza essenziale per chiunque voglia diventare un punto di riferimento.
Oltre ai requisiti religiosi, il riferimento deve essere verificato dall’Associazione degli insegnanti del seminario di Qom, un organismo religioso intransigente che trae il suo potere dall’establishment politico. In questo modo lo Stato incoraggia le nuove autorità a seguire le sue orme. Tuttavia l’organismo di controllo intransigente, che in precedenza esercitava influenza sulla gente comune e su alcuni esponenti del clero, ha gradualmente perso la sua influenza di fronte al crescente numero di ayatollah che ne sfidano il monopolio. Si tratta di uno sviluppo importante, poiché molti nei seminari sostengono che sono i fedeli, e non una singola autorità, a decidere chi diventa un marja.
Per ottenere una posizione di riferimento, sono importanti i buoni rapporti con i centri di potere, l’accesso ai finanziamenti e la propria famiglia. Ad esempio, ottenere un finanziamento consente a un potenziale sponsor di attrarre studenti offrendo loro uno stipendio mensile, noto come stipendio. Una parte di questi finanziamenti proviene da ricchi mercanti dei bazar e dal pubblico.
La classe politica può anche aiutare un religioso ad attrarre nuovi seguaci, ad esempio consentendo la costruzione di una scuola religiosa o di una moschea. Altre fonti di vantaggio includono i legami con i centri di potere, l’appartenenza a un’importante famiglia religiosa e l’attrazione dell’attenzione dei media.
Oggi nella città santa di Qom, dove è concentrata la maggior parte dei seminari religiosi iraniani, si trovano due accampamenti principali. Da un lato ci sono i conservatori tradizionali, gli ayatollah, che raramente entrano in politica e preferiscono non immischiarsi negli affari dell’establishment politico. Le loro fatwa e opinioni sono molto lontane dalla moderna società iraniana in generale e da quella delle giovani generazioni in particolare. Ad esempio il grande ayatollah Hossein Vahid Khorasani, un importante tradizionalista di 98 anni, si oppone al fatto che le donne possano accedere agli stadi di calcio per guardare le partite insieme agli uomini. Questa questione ha suscitato intense polemiche negli ultimi anni, soprattutto perché le autorità sportive iraniane sono sotto pressione a livello internazionale.
Un altro importante esponente del clero tradizionale è Ali Milani, 73 anni, nipote della defunta Marja Mohammad Hadi Milani. Altri sono Ali Mohammadi Khorasani, 62 anni, Ahmad Madadi, 68 anni, e Mehdi Ganji, 64 anni: tutti questi sono riusciti ad attrarre studenti, si dice che abbiano il potenziale per diventare dei punti di riferimento.