Aggiornato il 29/01/25 at 07:17 pm
di Shorsh Surme –——–Negli ultimi anni, soprattutto nel contesto della guerra contro l’ISIS, il fattore curdo è diventato un elemento fondamentale in Medio Oriente, anche se questo fattore non costituisce un elemento unitario e coeso. Tuttavia l’interesse per il destino dei curdi si è limitato ai curdi dell’Iraq, mentre i curdi di Turchia e Siria hanno assunto un ruolo politicamente meno importante. I curdi dell’Iran erano e sono tuttora la parte del Kurdistan che riceve meno attenzione nei circoli politici e accademici occidentali.
Per analizzare questa questione è necessario chiarire le ragioni che spiegano perché la lotta curda è stata oscurata, poiché possiamo adottare un approccio strutturale o storico per spiegarlo. Possiamo anche tenere conto dei recenti sviluppi politici, compresi gli eventi successivi al referendum sull’indipendenza del Kurdistan Iracheno, che hanno visto ancora una volta il trionfo della strategia iraniana nella regione, la disillusione dei curdi nei confronti degli Stati Uniti, o forse il declino avvertito da tutti curdi. C’è poi la questione delle attuali proteste in Iran, che potrebbero suggerire un altro corso degli eventi.
Vale la pena notare che c’è qualcosa di contraddittorio nel fatto che il fattore curdo iraniano non venga sufficientemente preso in considerazione, soprattutto se consideriamo le tensioni degli Usa con l’Iran. I doppi standard sono una realtà persistente nelle relazioni internazionali e l’atteggiamento dei governi occidentali, compresi gli Stati Uniti, nei confronti dei curdi in ogni paese segue la politica estera di questi governi nei confronti del paese in questione.
Se si dà come dato di fatto l’esistenza di uno Stato curdo diviso in più paesi, ovvero di un popolo con una realtà diversa in ogni paese, non si può ignorare che una parte di questo popolo, cioè i curdi dell’Iran, hanno una loro importanza identitaria e storica e un potenziale impatto sul movimento curdo.