Dal Canale di Panama alla sospensione dall’Oms: la ricetta shock di Trump per l’americocentrismo

Aggiornato il 22/01/25 at 01:42 pm

di Shors Surme –——-“Morto un papa se ne fa sempre un altro”, sentenziava la madre del marchese del Grillo. Ma se negli Usa l’ormai “ex” presidente Joe Biden è ancora vivo e vegeto, per quanto malandato, ci sta pensando il suo predecessore e successore Donald Trump a seppellirlo. Lo sta facendo distruggendo tutto ciò che Biden aveva fatto, senza troppo andare per il sottile e distinguere tra cose positive e cose negative. Non solo: se il suo compagno di giochi Javier Milei, presente all’insediamento, usa la motosega, Trump è tornato a pilotare il bulldozer con tutta la sua irruenza, del tutto incurante degli equilibri internazionali.
Oltre a ribadire promesse incredibili, come l’intenzione di acquistare la Groenlandia, di cambiare il nome del Golfo del Messico e di impossessarsi del Canale di Panama, il neo presidente ha firmato una sfilza di ordini esecutivi, cioè di decreti, che lasciano gli alleati con il cerino in mano, a cominciare da un Ursula von der Leyen, che da Davos ha potuto solo commentare che “Il mondo sta cambiando ma l’Europa è pronta”. Mentre Trump le ha chiuso la porta alle spalle, annunciando dazi da salasso anche alle merci europee, la presidente della Commissione europea ha affermato che “Nessun’altra economia al mondo è così integrata” come quelle di Ue e Usa, ammettendo però la necessità di “proteggere i nostri interessi”. Sarà da vedere, dal momento che il vulcanico Trump ha già fatto sapere l’intenzione di raddoppiare la quota Nato e di lasciare il disastro ucraino tutto a lei.
Così, se l’Ue del radical chic e della transizione green, con le grandi fabbriche tedesche che chiudono e con gli stipendi degli italiani rallentati da anni, senza gli Usa sta su come un castello di carta, Trump in un solo colpo ha mandato all’aria clima e auto elettriche, teoria gender (Diversity, Equity, Inclusion compresi), ius soli e persino revocato le sanzioni verso i coloni della Cisgiordania.
L’Europa, quella dove le destre estreme stanno mietendo consensi in una popolazione sempre più stanca e impoverita, prosegue il suo cammino al di sopra della realtà, ma rischia di rimanere un piccolo puntino isolato sul mappamondo fatto di buone intenzioni e di grandi proclami, mentre Usa e Cina pensano solo a se stessi.