Iran. Condannata a morte l’attivista curda Azizi

Aggiornato il 11/01/25 at 04:45 pm

di Shorsh Surme –——Amir Raisiyan, avvocato dell’attivista curda Bakhshan Azizi, ha annunciato la condanna a morte della sua cliente, confermata poi dalla Corte suprema dell’Iran. Raisiyan ha scritto su Instagram che, “a seguito della condanna a morte emessa dalla Sezione 26 del Tribunale Rivoluzionario di Teheran nel caso contro Bakhshan Azizi, abbiamo presentato ricorso e la richiesta è stata esaminata dalla Corte suprema, ma è stato respinto nonostante i vizi procedurali”
Per quanto riguarda la mancata risposta alle eccezioni sollevate, l’avvocato ha affermato che “nessuna delle obiezioni in relazione al caso Bakhshan Azizi ha ricevuto risposta dalla Corte suprema, bensì state ignorate, così come le palesi carenze nelle indagini, nelle prove e nei documenti in generale”. Azizi esercitava la sua attività nella regione settentrionale e orientale della Siria e nel campo di Shingal, era un’attivista pacifica e non aveva alcun ruolo politico, bensì dava il suo sostegno mortale alle donne curde, cosa che non è stata volutamente considerata” dal tribunale.
Raisiyan ha spiegato che tale sentenza contraddice fondamentalmente le procedure giudiziarie del paese, le precedenti sentenze emesse anche nello stesso ramo della Corte suprema, ed è in conflitto con la politica giudiziaria del paese riguardo le punizioni mortali.
Ha osservato che, “non aveva fatto parte di un gruppo ribelle, non era stata arrestata con armi e non aveva mai usato armi prima del suo arresto”. Quando era nel Rojava era a rischio di attacchi da parte di L’Isis, né aveva avuto contrasti o scontri con le forze iraniane sia in Siria che in Iraq, e non in Iran: tutte queste cose dimostrano che questa sentenza contraddice quanto è stato affermato nella politica giudiziaria dello Stato”.
L’avvocato ha espresso la sua preoccupazione riguardo la conferma della condanna a morte: “presenteremo immediatamente una richiesta di nuovo processo alla Corte suprema”.
L’attivista curda Bakhshan Azzi è stata arrestata con il padre e la sorella a Teheran il 4 agosto 2023 scorso. Dopo averli perquisiti, le forze di sicurezza li hanno trasferiti nel centro di detenzione affiliato al ministero dell’Intelligence, noto come Reparto 209 della famigerata prigione di Evin. Il 4 luglio 2024 è stata annunciata la condanna a morte nei suoi confronti, cosa che ha scatenato una rabbia diffusa negli ambienti femminili, che hanno chiesto l’immediato annullamento della decisione e il rilascio dell’attivista.