Siria. L’attendismo dell’Iran

Aggiornato il 04/01/25 at 06:03 pm

di Shorsh Surme –————La Siria post-al-Assad rappresenta un’arena attraverso la quale il progetto turco sta cercando di espandersi, mentre la stessa arena assiste al declino del progetto iraniano. Un declino, non una fine. L’Iran è un paese la cui struttura psicologica si basa sull’espansione dei propri interessi oltre i propri confini, come molti altri paesi.
Il Medio Oriente sta attualmente assistendo a cambiamenti e sviluppi regionali in cui l’espansione degli interessi turchi è evidente a scapito degli interessi iraniani in Siria. Ciò può essere affrontato in primo luogo dal modo in cui l’Iran ha gestito il ruolo turco negli sviluppi siriani.
In primo luogo, per quanto riguarda la visione iraniana di ciò che sta accadendo in Siria, Teheran, dai decisori ai media, ritiene che sia il risultato dell’intervento turco, che Ankara sosterrà costi pesanti e che stia lavorando per sostituire la presenza e l’influenza dell’Iran.
Teheran ritiene che la Turchia stia sfruttando la debolezza dell’Iran per minare gli interessi di Teheran e approfondire gli interessi geopolitici di Ankara. Tutti i media iraniani criticano il tentativo della Turchia di far rivivere il cosiddetto “neo-ottomanismo” e promuovere il modello turco dell’Islam. La zona di contatto tra Israele e Turchia sarà una delle carte più importanti che potrà giocare. In questo modo le tensioni tra le due parti potrebbero infiammarsi. Da un lato per la Turchia non sarebbe sicuro che Israele si avvicini ai suoi confini attraverso la Siria, dall’altro Israele non potrebbe permettersi la presenza di gruppi islamisti di vario tipo ai suoi confini.
L’Iran ritiene che la Siria sarà un punto di accesso per il riavvicinamento turco-arabo e turco-occidentale.
La Siria rappresenta ora una delle arene della nuova competizione tra Iran e Turchia. La competizione tra loro non è più limitata solo alla regione del Caucaso meridionale, ma ora è anche in Siria, paese che rappresenta quindi la sostituzione del progetto egemonico iraniano.
Politicamente l’alleato dell’Iran, Bashar al-Assad, è attualmente coinvolto nella costruzione del nuovo Stato siriano, e quindi ci sarà una forma di influenza e di rapporti con la nascente politica.
Dal punto di vista economico la Siria rappresenta un’opportunità per espandere l’influenza della Turchia sul Mediterraneo e potrebbe essere concluso a breve un accordo marittimo con il nuovo governo siriano per favorire l’egemonia turca in diversi campi, tra cui quello energetico.
L’altro dilemma per l’Iran non è solo la perdita dell’alleato dell’“Asse della Resistenza”, il regime di al-Assad, e l’espansione degli interessi della Turchia a sue spese, ma anche il fatto che il rapporto tra Turchia e Iran assumerà un aspetto più competitivo.
Sebbene il progetto regionale iraniano sia attualmente debole, Teheran sta lavorando per rivalutare la sua posizione strategica e lavorerà per concentrarsi sulle sue attuali capacità piuttosto che sulla sua debole rete regionale di agenti, e forse un tentativo di sostenerli spingerà Israele a lanciare ritorsioni. Pertanto l’Iran sta lavorando per sfruttare il suo status di potenza nucleare per trarne vantaggio di fronte all’occidente e a Washington. Sta anche lavorando per costruire il suo sistema missilistico e produrre droni, il che significa che l’Iran in questo momento si sta concentrando su interessi da livello interno e non sulla strategia regionale.
D’altra parte l’Iran sta cercando di sfruttare tutte le sfide che deve affrontare per creare opportunità, e poi ricorrerà alla questione curda per mettere a dura prova le relazioni tra Turchia e Israele e alimentare il caos all’interno della Siria, sfruttando anche il risentimento dei cristiani, degli alawiti e di ciò che resta dell’ex regime siriano.