Iran. Il crollo dei rapporti con le milizie nella regione mediorientale

Aggiornato il 30/12/24 at 06:47 pm

di Shorsh Surme –—–Il 2024 è stato un anno pieno di sfide per il regime iraniano e, guardando agli eventi e agli sviluppi a cui si è assistito quest’anno, sembra che il 2025 sarà influenzato da tali eventi.
La “Mezzaluna sciita” che l’Iran aveva cercato di fondare da est a ovest, passando per il Libano e la Siria, è crollata in un attimo, e i miliardi di dollari che il regime aveva speso per finanziare ed equipaggiare le milizie fedeli sono andati perduti. Anche il denaro speso per inviare membri della Guardia rivoluzionaria in queste aree è andato perso. Ma a prescindere dai soldi spesi dal regime, ciò che è degno di nota è lo status politico che il regime ha perso negli ultimi mesi.
Viene da chiedersi se questi eventi sono iniziati con la caduta dell’elicottero stava portando il presidente iraniano Ibrahim Raisi, o con l’assassinio del comandante della forza Quds, Qassem Soleimani in Iraq, ad opera degli Usa.
Soleimani era responsabile della distribuzione delle milizie affiliate all’Iran e dei gruppi ad esso fedeli in diversi paesi, ed era la mente delle operazioni contro Israele. Aveva assunto il compito di supervisionare i contatti di questi gruppi con la guida del regime, Ali Khamenei, ma poi è stato ucciso vicino all’aeroporto di Baghdad in seguito ad un attacco effettuato da droni su ordine del presidente statunitense Donald Trump.
D’altro canto Ismail Qaani, il vice di Soleimani, non aveva le capacità o il carisma di cui godeva il suo capo, né sapeva comunicare con i vari leader delle milizie nei paesi della regione. Qaani non parlava arabo e aveva lavorato per diversi anni nel settore economico e finanziario della Forza Quds, e non nel dipartimento militare e politico del Corpo. In una prima fase aveva licenziato i comandanti accreditati presso Soleimani, ne aveva mandati in pensione alcuni e li aveva sostituiti con comandanti a lui vicini. Le sanzioni Usa, la debolezza nell’uso della tecnologia moderna e la mancanza di interesse per le capacità di intelligence e di sicurezza di Israele sono state tra le ragioni che hanno portato al fallimento operativo del regime, a seguito del quale ha perso i suoi alleati nella regione.
Allo stesso tempo il malcontento popolare e le proteste interne in Iran hanno causato grandi sfide, e il regime ha adottato la via della repressione, degli arresti e delle esecuzioni per affrontare la rabbia della popolazione.