Iran. Potrà il governo di Pezeshkian interfacciarsi con Trump?

Aggiornato il 14/11/24 at 04:10 pm

di Shorsh Surme ———Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver comunicato con il presidente eletto Usa Donald Trump tre volte dal 5 novembre, aggiungendo che “osserveremo la minaccia iraniana in tutte le sue componenti e il pericolo che rappresenta”.
Nella Repubblica Islamica esistono effettivamente gruppi di élite, a partire da quelli denominati la “banda di New York”, guidati dall’ex ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, agli estremisti più vicini agli ambienti della Guida Suprema e alle Guardie Rivoluzionarie, che vedono il ritorno di Trump al potere come un’occasione di dialogo con lui.
Il New York Times ha riferito che “nonostante la storia difficile” tra Teheran e Trump, “molti ex funzionari, analisti ed editoriali di giornali iraniani hanno pubblicamente invitato il governo a trattare con Trump”. Il quotidiano statunitense cita un editoriale del riformista iraniano Charg, il quale ha pubblicato in prima pagina che “Il nuovo presidente iraniano, più moderato, Masoud Pezeshkian, deve evitare gli errori del passato e adottare una politica multidimensionale e pragmatica”.
Il New York Times ha riportato, citando cinque funzionari iraniani che hanno rifiutato di indicare i loro nomi, che “molti nel governo Pezeshkian sono d’accordo”, affermando che “a Trump piace fare accordi dove altri hanno fallito”. Le fonti hanno aggiunto che “l’ampio predominio di Trump nel Partito Repubblicano potrebbe dare a qualsiasi potenziale accordo più possibilità per sopravvivere, sostenendo che ciò potrebbe offrire un’opportunità per una sorta di accordo permanente con gli Stati Uniti”.
È possibile il dialogo e quindi l’accordo?
Sette mesi fa un ex funzionario arabo, ora influente a livello internazionale, disse che “Se Trump vince, non va escluso nulla”, e ha ricordato che “chiunque stringe la mano a Kim Jong-un, leader della Corea del Nord, può stringere la mano a il leader iraniano”. Si tratta di un’analisi comprensibile in base alle affermazioni di Trump di essere in grado di concludere accordi.
È possibile un dialogo iraniano con Trump, nonostante le indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal la settimana scorsa, secondo cui la nuova amministrazione Trump eserciterà la massima pressione su Teheran fin dal suo primo giorno alla Casa Bianca? I funzionari iraniani non possono essere incolpati se credono a queste fughe di notizie, soprattutto per quanto riguarda i nomi scelti per la nuova amministrazione Trump, il consigliere per la Sicurezza nazionale e quello per il dipartimento di Stato.
In questo momento le autorità iraniane sembrano attendiste, non hanno intrapreso azioni contro Israele e sembrano guardare alla finestra l’evoluzione degli eventi. Potrà quindi l’Iran individuare un accordo con Trump? La Guardia Rivoluzionaria sarà d’accordo con il presidente Pezeshkian? Quali concessioni potrà fare l’Iran? Il progetto nucleare? L’alleanza con Hezbollah e quindi l’influenza nella regione?
Sono tutte opzioni difficili e costose, ed è difficile per la Guida Rivoluzionaria rinunci ai suoi obiettivi, anche perchè ciò risulterebbe essere un cambiamento completo rispetto alla situazione attuale, soprattutto per il terzo attore in gioco: Netanyahu.