Il Medio Oriente: tensioni sociali, lotte per il potere, e tanto sangue

Aggiornato il 13/10/24 at 05:35 pm

di Shorsh Surme –————Le vie del conflitto in Medio Oriente appaiono molto intense e complesse, e i loro circoli si stanno espandendo fino a sommergere molti partiti internazionali e regionali, e i pericoli che raffrontano, i popoli di questa regione, che sono praticamente privati del diritto alla vita, stanno aumentando regolarmente, così come i pericoli che rappresentano per la pace e la sicurezza globali.
In Medio Oriente in primo luogo c’è una guerra di portata globale contro il terrorismo alla quale partecipano grandi potenze con interessi contrastanti, così come potenze regionali le cui priorità e politiche cambiano violentemente. Nel confronto l’ISIS e altre bande terroristiche la cui brutalità e il sangue supera le atrocità, i crimini e gli spargimenti di sangue arabi che si sono accumulati e vivono di una struttura di estremismo religioso. Ciò non è cambiato negli ultimi anni, e i fatti di tirannia, ingiustizia ed emarginazione si intensificano quotidianamente nei paesi arabi.
Siamo nel mezzo di una sanguinosa guerra in Siria tra un dittatore criminale e oppositori, alcuni dei quali non sono meno criminali, e gran parte per il denaro, per le armi e per le risorse umane impiegate nella guerra provengono da conflitti per procura tra i principali potenze e potenze regionali o interventi militari diretti da parte di alcune di queste potenze.
Abbiamo mappe di sangue sparso, le cui cause sono intrecciate con effetti ripugnanti di tirannia, settarismo, settarismo, tribalismo, guerra civile, assenza di pace sociale, lotta per il potere, collasso delle istituzioni statali nazionali, guerre per procura. tra le potenze regionali e i crimini dei terroristi in Iraq, Yemen e Libia.
Vecchi e nuovi poteri autoritari infliggono ai cittadini dei paesi arabi i peggiori tormenti di oppressione, ingiustizia e violazioni dei diritti e delle libertà, commessi dalle agenzie di sicurezza e di intelligence il cui compito principale è proteggere i governanti e non proteggere la sicurezza dei paesi arabi. le nazioni e i popoli. Alcuni di questi autoritari sono coinvolti in violente lotte di potere che minacciano la pace sociale, come nel caso dell’Iraq, che soffre anche di terrorismo. Altri, come il Sudan, sono stati testimoni di sanguinosi scontri tra il governo e i movimenti che rappresentano le regioni emarginate fino alla caduta del dittatore.
In alcuni di questi ultimi prevale un’apparente calma basata sul miglioramento degli indicatori economici e sociali, sull’accumulo di ricchezza e sugli investimenti per lo sviluppo per alcune delle sue componenti. Dietro la calma si nascondono tensioni sociali con cause settarie e lotte per il potere, la ricchezza e la definizione dell’identità nazionale, come nel caso del Golfo.
Vi sono poi i conflitti, per i quali è difficile raggiungere soluzioni negoziate e che le potenze internazionali e regionali cospirano per relegare nella categoria dell’incuria, primo fra tutti il conflitto arabo-israeliano e la questione del diritto all’autodeterminazione dei cittadini. Vi è il popolo palestinese, la cui terra è stata usurpata e al quale l’attuale amministrazione americana sta lavorando per legalizzare l’usurpazione della terra da parte di Israele e per liquidare la questione dell’Autorità Palestinese con tutte le sue componenti. Compresa la questione dell’autodeterminazione dei curdi, che sono stati storicamente oppressi.