Iran. Il programma nucleare dietro la guerra di Hamas

Aggiornato il 04/08/24 at 01:47 pm

di Shorsh Surme –——-L’assassinio del capo dell’Ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh ha lasciato profonde ripercussioni che si riflettono prima sulla scena regionale e poi su quella interna del movimento. La comunità internazionale sta attendendo la preannunciata risposta dell’Iran, dopo che i messaggi minatori dei leader della Repubblica Islamica sono stati trasmessi in tutte le lingue del mondo a seguito dell’azione compiuta da Israele nel cuore della capitale Teheran, per giunta nel giorno dell’insediamento del nuovo presidente.
Se tuttavia la reazione iraniana consistesse in attacchi contro l’entità israeliana tramite missili e droni, si tratterebbe semplicemente di un salvare la faccia, dopo che la continua escalation militare degli ultimi dieci mesi ha minato in modo palese le capacità difensive iraniane. D’altro canto, se il regime iraniano deciderà di riservarsi il diritto di risposta e non avvierà un vero attacco qualitativo contro lo Stato occupante, sarà per non essere coinvolto in una guerra al fine di proteggere il suo progetto nucleare, che è prossimo ad essere pienamente in grado di produrre un’arma nucleare. Dal 7 ottobre l’Iran ha sfruttato la guerra di annientamento contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e ha persino distratto Israele con il fronte meridionale del Libano in modo da accrescere il ritmo dei lavori sul progetto nucleare e completarlo.
A parte i complessi calcoli di Teheran in risposta alla recente serie di omicidi a Teheran e nella periferia sud di Beirut, le ripercussioni dell’assassinio di Ismail Haniyeh getteranno un’ombra sulla scena interna del movimento Hamas. Il movimento, i cui leader sono stati assassinati dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, si trova oggi ad affrontare una crisi organizzativa che minaccia di creare ondate di dissenso al suo interno.
Il principale obiettivo dichiarato da Israele nella guerra a Gaza è porre fine al movimento di Hamas. Dopo dieci mesi Israele ha bloccato la strada al movimento per impedire la possibilità di riorganizzare le sue fila nella Striscia di Gaza assassinando Ismail Haniyeh, l’unico in grado di riunire il movimento.
L’attuale crisi di Hamas nella Striscia di Gaza è militare e organizzativa, cosa che pone il movimento palestinese in difficoltà: mancando il leader carismatico difficilmente le varie fazioni potranno rimanere unite.