Aggiornato il 31/07/24 at 11:51 pm
di Shors Surme – ERBIL (Kurdistan Irq).——– Il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh è rimasto ucciso da un missile caduto sulla casa che lo ospitava nella periferia di Teheran, dove si trovava per la cerimonia di insediamento del nuovo presidente della Repubblica Islamica, Masoud Pezeshkian. Il fatto è avvenuto alle prime luci dell’alba, e dalle accuse mosse dagli iraniani e dal partito di Gaza il missile sarebbe stato sparato da Israele.
L’assassinio, definito da subito come “omicidio di Stato”, arriva nel momento delicatissimo delle difficili trattative volte a fermare la mattanza di Gaza, ormai quasi 40mila morti di cui un terzo bambini, e si affianca a quello di ieri avvenuto a Beirut del vicecomandante di Hezbollah Fuad Shukr. Secondo il gruppo sciita libanese questi di sarebbe comunque salvato, ma mancano ancora conferme. Il premier libanese Najib Miqati ha parlato di “flagrante aggressione” verso un paese sovrano, e ha detto che “il Libano si riserva il diritto di rispondere con misure adeguate”.
Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha promesso vendetta contro Israele per l’assassinio di Hanyeh, e ha dichiarato che “Israele ha preparato una dura punizione per se stesso” uccidendo “un caro ospite nella nostra casa”, e anche il neo presidente Pezeshkian ha promesso che il suo Paese “difenderà il suo territorio” e farà “rimpiangere la loro azione codarda” agli aggressori. Tuttavia, al di là della retorica, nell’amministrazione iraniana si respira una certa prudenza volta a non avviare un’escalation dagli esiti imprevedibili. Furioso il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, il quale già due giorni fa aveva parlato dell’ipotesi di invadere Israele. Proteste per l’aggressione sono arrivate da Russia, Cina e dai paesi arabi, mentre il segretario di Stato Usa si è limitato ad affermare che “ora il cessate-il-fuoco è imperativo”, informando che il Pentagono non era stato informato preventivamente dell’azione israeliana.
Gli acerrimi rivali regionali, Israele e Iran, hanno rischiato di precipitare in una guerra all’inizio di quest’anno, quando Israele ha colpito l’ambasciata iraniana a Damasco in aprile, e l’Iran ha reagito sparando, in quella che è stata una risposta volutamente “morbida”, centinaia di lenti droni, quasi tutti intercettati.
Il drammatico assassinio del massimo leader politico di Hamas sta minacciando tuttavia di riverberarsi in tutti i conflitti intrecciati della regione, e in modo ancora più esplosivo l’attacco a Teheran potrebbe spingere l’Iran e Israele in un conflitto diretto.
A farne le spese sono state le delicate trattative per il cessate-il-fuoco e quindi la liberazione degli ostaggi nella guerra di dieci mesi a Gaza, che secondo i mediatori statunitensi e qatarini stava facendo progressi. Da più parti è stato osservato che il doppio attacco a Beirut e Teheran ha “quasi ucciso” le speranze di una tregua e potrebbe spingere il Medio Oriente in una “devastante guerra regionale”.
L’ala militare di Hamas ha affermato in un comunicato che l’assassinio di Haniyeh “porta la battaglia a nuove dimensioni e avrà importanti ripercussioni sull’intera regione”. Ha affermato che Israele “ha commesso un errore di calcolo espandendo il cerchio dell’aggressione”.
Israele è sospettato di condurre ormai da anni una campagna di omicidi all’estero, tra cui un gruppo di scienziati nucleari iraniani e altri associati al programma atomico. Nel 2020 un eminente scienziato nucleare militare iraniano, Mohsen Fakhrizadeh, è stato ucciso da una mitragliatrice telecomandata mentre viaggiava in un’auto fuori Teheran.