Aggiornato il 10/07/24 at 07:59 am
di Shorsh Surme –ERBIL (Kurdistan Iraq).———– La Turchia partecipa al vertice dei capi di Stato e di governo della Nato in corso a Washington con il suo bagaglio di antidemocrazia, come osservato da 142 membri del Congresso statunitense. Tra i 32 Stati membri della NATO la Turchia è l’unico paese nella classifica dell’osservatorio per la democrazia Freedom House, indicato come Stato “non libero”. L’indice di democrazia 2023 dell’Economist Intelligence Unit ha messo la Turchia al 102mo posto nel mondo. La Norvegia è la prima, il Canada 13mo e gli Stati Uniti 29mi. Nessun altro stato membro della NATO si avvicina alla scarsa posizione della Turchia.
La NATO è stata costituita per fornire sicurezza collettiva alle democrazie occidentali contro il regime comunista e totalitario dell’Unione Sovietica. Alla sua fondazione, gli Stati Uniti, il Canada e i paesi dell’Europa occidentale dichiararono di essere determinati a “salvaguardare la libertà, il patrimonio comune e la civiltà dei loro popoli, fondati sui principi della democrazia, della libertà individuale e dello stato di diritto”.
È allarmante che la NATO, che celebra quest’anno il suo 75mo anniversario, riconosca ora la necessità di uno sforzo interno per preservare e proteggere le democrazie dei suoi stessi membri. C’è una proposta per creare un Centro per la resilienza democratica all’interno della NATO perché, come ha affermato il rappresentante Gerry Connolly (D-Va.), “La democrazia, pur essendo resiliente, è anche fragile. Deve essere costantemente rafforzata e protetta contro i tentativi di indebolirla da parte di dentro o fuori”.
Anche se nel corso degli anni i membri della NATO hanno avuto un rapporto altalenante, anche se generalmente in miglioramento, con la democrazia; il regime liberticida del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e la deriva autoritaria del suo partito potrebbero essere primi destinatari di questo sforzo.