SIRIA. PROTESTE DEI CURDI CONTRO LA TURCHIA: ERDOGAN, ‘ROMPEREMO LE MANI SPORCHE’

Aggiornato il 03/07/24 at 08:26 pm

di Shorsh Surme –………..Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato martedì i curdi siriani del Rojava che sono scesi in piazza nelle proteste anti-Turchia nel nord della Siria bruciando le bandiere turche.
Erdogan ha usato l’espressione “rompere le mani sporche” in riferimento a coloro che hanno protestato contro le violazioni dei diritti umani subite dai rifugiati siriani in Turchia.
“Sappiamo come eliminare le mani sporche che vilipendiano la nostra bandiera”, ha detto il presidente turco in una conferenza stampa dopo una riunione di gabinetto.
Erdogan ha collegato le proteste anti-Turchia nelle campagne di Aleppo a quelle di “organizzazioni terroristiche”, sostenendo che “Sappiamo chi sta operando in questi giochi organizzati con i resti dell’organizzazione terroristica”. Ha aggiunto che “non cadremo in questa trappola subdola… non cederemo al vandalismo razzista”.
Erdogan ha escluso qualsiasi ritiro a breve termine dal territorio siriano, ribadendo iil pretesto della sicurezza dei confini meridionali della Turchia per prendere di mira le Forze Democratiche Siriane (SDF), che Ankara considera una minaccia alla sua sicurezza nazionale.
Il 1 giugno gli abitanti dei paesi e delle città sotto l’occupazione turca e il controllo delle fazioni armate dell’opposizione, ovvero l’Esercito nazionale siriano (SNA) del governatorato di Aleppo, nel nord-ovest della Siria, sono scesi in piazza per condannare gli atti di discriminazione e gli attacchi razzisti contro i profughi siriani in Turchia.
I manifestanti hanno distrutto i camion e i veicoli con targhe automobilistiche turche e bruciato le bandiere turche.
Le forze turche hanno risposto alle proteste con proiettili veri, aprendo il fuoco sui manifestanti, uccidendo cinque persone e ferendone almeno altre 40.
Le proteste sono state una risposta agli atti razzisti turchi perpetrati contro i rifugiati siriani e contro i curdi nella città turca di Kayseri, dove un gruppo di turchi nazionalisti ha attaccato e dato fuoco alle case e alle proprietà dei rifugiati siriani in seguito alle accuse secondo cui un uomo siriano avrebbe molestato sessualmente una bambina.
Il principale partito d’opposizione turco, il Partito popolare repubblicano (CHP), ha criticato il governo e il presidente turco per la politica adottata nei confronti dei rifugiati siriani, e ha accusato il Partito Giustizia e Sviluppo (AKP) al potere delle recenti violenze contro i siriani nella città di Kayseri. Ha inoltre sostenuto che la Turchia dovrebbe attenersi al principio di non interferenza.