Aggiornato il 03/04/24 at 08:39 pm
di Shorsh Surme –——–Il 31 marzo scorso in Turchia si sono svolte le elezioni amministrative. Il principale partito d’opposizione, il Partito popolare repubblicano (CHP), ha ottenuto il maggior numero di voti nelle elezioni, ritenute trasparenti ed eque. Questa è stata la seconda volta in 22 anni che il Partito Giustizia e Sviluppo (Partito Akp) al potere, guidato dal presidente Recep Tayyip Erdogan, non è riuscito a ottenere una vittoria netta. Il partito non solo ha perso numerosi comuni che deteneva, ma ha anche subito un tracollo di voti.
Ci sono diverse ragioni per il declino della popolarità del partito Akp, prima il declino economico. Il popolo turco attraversa ormai da sei anni difficoltà finanziarie. A partire dal 2018 è scoppiata la crisi valutaria, che si è aggravata ulteriormente con la pandemia di Covid-19. Le politiche del governo non sono state sufficienti a porre fine alla crisi e le iniziative non ortodosse l’hanno ulteriormente peggiorata. Poi si è verificato un grave terremoto, che ha peggiorato le cose.
Il pubblico ha continuato a sostenere Erdogan, fiducioso che avrebbe risolto il problema. Tanto che un anno fa ha vinto nuovamente le elezioni presidenziali nonostante la crisi economica. Ma l’inflazione, che avrebbe dovuto scendere dopo le elezioni, è rimasta alta. Ad esempio un chilogrammo di carne è salito a 20 dollari (645 TL) e un chilogrammo di peperoni verdi a 2,5 dollari. Stanchi del costo della vita, i cittadini hanno finalmente deciso di sfruttare le elezioni come un’opportunità per punire il partito al governo.
È importante sottolineare alcuni aspetti dei problemi economici che non sono (o sono solo in parte) causati dal governo, ma di cui il governo viene comunque incolpato. Ad esempio il terremoto è costato all’economia la cifra enorme di 105 miliardi di dollari. Se il terremoto non ci fosse stato, forse a quest’ora l’economia si sarebbe ripresa. Né l’opinione pubblica voleva vedere questo onere aggiuntivo, né il governo è stato in grado di spiegare un tale impatto del terremoto. D’altronde 2,5 milioni di persone sono andate in pensione lo scorso anno, dopo lunghe attese. Quando il governo innalzò l’età pensionabile a 60 anni, coloro che aspettavano il pensionamento anticipato non potevano andare in pensione e rivendicarono i loro diritti per anni. Sebbene i governi del partito Akp abbiano resistito per anni, alla fine hanno accettato di lasciare che milioni di persone andassero in pensione per non perdere il potere.
Naturalmente il saldo di bilancio si è nuovamente deteriorato. Come soluzione il governo ha mantenuto basse le pensioni, affrontando però la rabbia dei pensionati. Un altro problema con l’economia erano gli avidi negozianti che aumentavano costantemente i prezzi, incoraggiati dal continuo peggioramento dei parametri economici. Dato che il governo non ha svolto con successo il suo ruolo, l’instabilità dei prezzi si è aggravata, ed anche di questo la gente ha incolpato il governo.
Dal punto di vista politico Erdogan e il suo partito hanno continuato gli arresti senza alcun motivo degli intellettuali e dei politici di altri partiti, in particolare i politici curdi , sempre con le accuse infamanti di terrorismo.
Altra ragione del calo elettorale del partito Akp è la stanchezza diffusa per i 22 di governo. Quando un partito governa un paese per anni, la gente si annoia dei quadri dirigenti. Le persone vogliono vedere volti nuovi e vogliono novità, cambiamento. Soprattutto le generazioni più giovani preferiscono i giovani leader.
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