Aggiornato il 09/07/22 at 04:42 pm
di Diegio Fiorin —- In apertura del vertice NATO di Madrid in programma dal 28 al 30 di giugno, la Turchia ha tolto il veto dando il via libera al procedimento d’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica. A farne le spese sarà il popolo Kurdo, finora supportato dai due Paesi scandinavi nonché grandi oppositori del “regime” dittatoriale e razzista di Erdogan.
A causa delle tensioni diplomatiche fra i Paesi scandinavi e la Turchia di Erdogan erano state bloccate dal veto turco le richieste formali di adesione alla NATO di Svezia e Finlandia. L’accordo è stato trovato a Madrid dopo solo quattro ore di contrattazione, snodando il groviglio diplomatico fra i tre paesi coinvolti con una trattativa express.
“Sono lieto di annunciare che abbiamo raggiunto un accordo che apre la strada all’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO”, ha annunciato il segretario generale, Jens Stoltenberg, dopo il vertice a quattro con il presidente della Finlandia, Sauli Niinistö, la prima ministra svedese, Magdalena Andersson, e il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan: “La politica delle porte aperte della NATO è un successo, abbiamo mostrato di saper risolvere i problemi attraverso le negoziazioni”. (Geopop)
Tuttavia, più che un successo, quello di Madrid è stato l’ennesimo tradimento dei valori democratici a discapito di coloro che qualche anno fa combattevano e vincevano l’ISIS con l’appoggio di tutta la comunità occidentale democratica: il Popolo Kurdo. Le stesse Democrazie occidentali che oggi, pur di accaparrarsi due stati al confine con la Russia, hanno preferito voltare le spalle al valoroso Popolo Kurdo. Vediamo come e perché.
I due Paesi del nord Europa avevano fatto la richiesta di adesione alla NATO subito dopo lo scoppio della guerra fra Russia e Ukraina, ma Ankara ed in particolare Erdogan si erano messi di traverso, impedendo con il veto il processo di adesione per motivi geopolitici e strategici molto importanti per il “dittatore”. Le motivazioni sono due:
Come primo punto, Svezia e Finlandia (soprattutto) hanno un rapporto molto stretto di cooperazione con il Popolo Kurdo e il PKK (Partito dei Lavoratori Kurdo, partito considerato gruppo terroristico da USA, Europa e la stessa Turchia), fondato su aiuti economici e di asilo di rifugiati politici kurdi. “Il risultato è che attualmente in Svezia è presente una delle diaspore curde più grandi d’Europa e addirittura che alcuni deputati svedesi sono di origine curda. In Svezia operano così delle organizzazioni che offrono supporto ai curdi che vivono in Turchia e hanno trovato asilo dei rifugiati politici che Ankara considera affiliati o di appoggio al PKK e quindi terroristi. La Svezia, però, si è sempre opposta alla loro estradizione.” (Geopop)
Inoltre, in Svezia e Finlandia hanno trovato asilo anche alcuni esponenti dell’organizzazione politica di Fethullah Gülen, l’uomo che Erdogan considera responsabile del fallito colpo di Stato ai suoi danni avvenuto nel 2016. Anche in questo caso i due Paesi nordici hanno rifiutato le richieste di estradizione avanzate da Ankara negli ultimi anni.
La seconda motivazione, strettamente collegata alla prima, è che i due Paesi scandinavi hanno imposto l’embargo delle armi nei confronti della Turchia nel 2019, dopo l’intervento militare della Turchia in Siria ai danni dello YPG e del Popolo Kurdo risiedente nel nord della Siria.
Mostrandosi inizialmente contrario all’entrata di Svezia e Finlandia alla NATO, Erdogan, oltre ad apparire come un leader forte e autoritario, sapeva di poter ottenere qualcosa in più in termini strategici. Così la Turchia ne trasse il massimo risultato, ovvero la cooperazione fra Ankara e i due Paesi scandinavi nella lotta al terrorismo contro il PKK, le sue affiliate e l’organizzazione di Fethullah Gülen. “Dovranno cioè smettere di fare propaganda contro Ankara e di sostenere persone o gruppi accusati di raccogliere fondi o di fare reclutamento per organizzazioni che la Turchia considera terroristiche; inoltre dovranno adottare misure concrete per l’estradizione di individui ricercati dal governo di Erdogan per terrorismo.” (Geopop)
In secondo luogo, “la Turchia ha richiesto a Svezia e Finlandia una maggiore cooperazione in ambito militare, evitando sanzioni o embarghi nei confronti di Ankara e collaborando maggiormente nel campo dell’industria bellica e della difesa.” (Geopop)
Sostanzialmente, in cambio dell’allargamento della NATO, Erdogan ha ottenuto una maggiore libertà nel perseguire i suoi dissidenti politici e in particolare il Popolo Kurdo che combatte una guerra di liberazione dal regime autoritario turco dai tempi di “Ataturk” e in precedenza contro i sultani dell’impero ottomano. Con questo il dittatore Erdogan ha anche ottenuto un maggiore appoggio bellico così da poter perseguire i suoi scopi razzisti contro il popolo Kurdo con le attrezzature belliche adeguate.
Bibliografia
Geopop. (s.d.). geopop.it. Tratto da https://www.geopop.it/cosa-guadagna-la-turchia-togliendo-il-veto-alladesione-di-svezia-e-finlandia-alla-nato/