Aggiornato il 19/06/22 at 09:54 pm
di Antonella Napoli (per articolo 21) —— Sedici dei ventidue giornalisti curdi arrestati in Turchia lo scorso 8 giugno restano in carcere. Dopo essere stati trattenuti in detenzione per 8 giorni senza accuse, il pubblico ministero ha chiesto che Mazlum Doğan Güler, Ramazan Geciken, Abdurrahman Öncü, İbrahim Koyuncu, Lezgin Akdeniz, Suat Doğuhan, Remziye Temel, Zeynel Abidin Bulut, Serdar Altan, Ömer Çelik, Neşe Toprak, Mehmet Ali Ertaş, Mehmet Şahin, Elif Üngür, Aziz Oruç e Safiye Alagash fossero incriminati formalmente. Rilasciati gli altri sette fermati con divieto di lasciare il paese.
I primi ad essere portati in Tribunale per essere interrogati Alagaş, Oruç , Şahin, Üngür, iErtaş, Tunç, Toprak: per tutti loro è stata confermata la detenzione mentre per Çelik e Koçuk è scattato il controllo giudiziario.
La retata che ha portato in carcere redattori e collaboratori di sette testate è inserita nell’ambito di un’indagine condotta dall’ufficio del procuratore capo di Diyarbakır per pubblicazione di notizie false e propaganda del terrorismo.
L’associazione dei giornalisti indipendenti di Istanbul e le famiglie dei prigionieri hanno avviato un presidio davanti al tribunale per protestare contro la decisione dei giudici di confermare gli arresti con gli slogan “Non si può mettere a tacere la stampa libera“, “Vinceremo resistendo” e “La resistenza è vita“.
Articolo 21, oltre a rinnovare solidarietà ai colleghi curdi incarcerati ingiustamente, continua a sostenere la loro battaglia contro il bavaglio turco del presidente Recep Tayyip Erdogan.