Aggiornato il 17/06/22 at 01:38 pm
di Shorsh Surme —- Nel momento i membri dell’Alleanza Atlantica di preparano ad accogliere l’adesione di Finlandia e Svezia, puntuale è arrivato l’altolà del “sultano-presidente” della Turchia Recep Tayyip Erdogan, il quale ha dichiarato di non essere favorevole all’entrata dei due paesi scandinavi nella Nato.
Dopo la Preghiera del venerdì a Istanbul, il presidnete turco ha detto ai giornalisti che “Stiamo seguendo gli sviluppi. Al momento non abbiamo una posizione positiva circa la questione della Svezia e della Finlandia” nella Nato, imputando il tutto alla presenza di gulenisti in esilio e di simpatizzanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che Ankara considera un’organizzazione terroristica.
La dichiarazione di Erdogan è stata espressa più come una lamentela che come una ferma minaccia di veto, e potrebbe non trattarsi solo di Svezia e Finlandia. Il presidente turco vede questo momento come opportuno per esternare le sue rimostranze nei confronti degli attuali membri della Nato, soprattutto nei confronti dell’amministrazione Biden, che ha tenuto il leader turco a distanza. Nella lunga lista di problemi tra Ankara e Washington, uno dei punti chiave potrebbe essere quello di non essere riuscito a stabilire con Joe Biden il rapporto diretto avuto con Donald Trump. “Abbiamo avuto buoni rapporti con Obama e Trump, e non abbiamo avuto problemi a parlare. Abbiamo ottenuto lo stesso risultato con il signor Biden? No, non l’abbiamo fatto. Non era quello che volevamo”, ha recentemente deplorato.
Con un sostegno interno in calo, in un momento in cui la Turchia sta entrando in un ciclo elettorale critico, Erdogan sta cercando un profilo internazionale più alto per dimostrare il suo ruolo globale agli elettori turchi.
In realtà il vero obbiettivo di Erdogan è quello, se potesse, di cancellare i 20 milioni di curdi in Turchia, eliminare la Regione Federale del Kurdistan Iracheno e il Rojava siriano, con lo scopo neppure troppo celato di ricostruire l’Impero Ottomano.