Aggiornato il 03/05/22 at 08:12 pm
di Shorsh Surme –—I profughi siriani che hanno trovato rifugio nella vicina Turchia stanno vivendo una situazione drammatica. Molti di loro vorrebbero tornare nelle loro case distrutte, e la stessa probabilità del ritorno in Siria rimane incerta. La tv Kurda Rudaw ha raccontato una drammatica situazione di quattro famiglie siriane che vivono nella cittadina curda Sanliurfa (Riha), nella Turchia meridionale, insieme in una vecchia casa.
Frustrato dalla loro situazione è il novantenne Abu Issa, che dice che preferirebbe rimanere affamato in Siria piuttosto che continuare a vivere in esilio in Turchia. “Siamo in esilio. Troveremo conforto solo quando avremo uno spazio più grande in cui stare e avremo cibo da mangiare”, ha detto venerdì a Mashallah Dakak il Abu Issa, che ha lasciato la sua casa dal 2017. “Vorremmo tornare nel nostro paese se c’è stabilità, anche a costo di rimanere affamati. Casa è dolce”, ha insistito.
La rivolta pacifica contro il tiranno siriano Bashar al-Assad 11 anni fa si è trasformata in una guerra civile su larga scala, con il governo che ha usato la forza per schiacciare il dissenso, mentre i manifestanti chiedevano le sue dimissioni.
Il brutale conflitto ha provocato la morte di migliaia di persone, ha attirato potenze straniere e ha costretto alla fuga oltre la metà della popolazione prebellica.
I rifugiati siriani guardano come segno alla città martire curda di Kobane, che i tagliagole dell’Isis l’hanno distrutto: “Quando Kobane sarà stabile, torneremo. Dobbiamo tornare al nostro paese”, ha detto Naze Ali.
Continuando per oltre un decennio, il conflitto ha lasciato oltre 13 milioni di persone con bisogno di assistenza umanitaria e di protezione, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. C’è un totale di 6,6 milioni di rifugiati siriani registrati in tutto il mondo.
La Turchia ospita più di 3,6 milioni di rifugiati siriani registrati, più di qualsiasi altro paese al mondo, ma per questi rifugiati la Turchia ha incassato più di 3 miliardi di euro pur non facendo quello che doveva essere fatto: mancano gli alloggi come pure le scuole per ragazzi.
L’inviato dell’ONU in Siria ha esortato ieri il Consiglio di sicurezza a concentrarsi sulla Siria: “L’attuale stallo strategico sul terreno e l’assenza della Siria dai titoli dei giornali non dovrebbero indurre nessuno a pensare che il conflitto abbia bisogno di meno attenzione o meno risorse, o che una soluzione politica non sia urgente”, ha detto Geir Pedersen.