Aggiornato il 18/04/22 at 09:38 am
Mire — “L’Italia ha sempre sostenuto l’Iraq nei momenti più difficili della storia di questo paese”, ha detto Maurizio Greganti, l’ambasciatore italiano in Iraq in un dibattito politico presso il Centro di Ricerca Medio Orientale (MERI) il 17 febbraio 2022.
Alla tavola rotonda hanno preso parte numerosi policy maker, politici, legislatori ed esperti accademici, oltre al console generale italiano a Erbil (elencati a fine articolo).
Nel suo discorso di apertura, trasmesso in diretta televisiva, l’Ambasciatore Greganti ha delineato le politiche e gli impegni italiani in Iraq e nella Regione del Kurdistan (KRI), sottolineando che “la stabilità e la prosperità dell’Iraq è nell’interesse italiano… l’Iraq è un paese chiave in Medio Oriente… se l’Iraq è stabile, l’intera regione è stabile.
L’Italia ha fornito supporto e assistenza militare durante la guerra all’ISIS, dove ha dispiegato le sue truppe nella regione del Kurdistan e a Baghdad. L’Ambasciatore Greganti ha sottolineato che la coalizione internazionale contro l’ISIS esiste a tutt’oggi e continuerà ad operare, poiché l’ISIS è ancora una minaccia per la regione. L’Italia è un membro principale della missione militare della NATO in Iraq, e dal maggio di quest’anno assumerà il comando della missione. L’Italia “negli anni ha addestrato 70.000 forze di sicurezza irachene e 63.000 Peshmerga”.
Riguardo le relazioni commerciali, l’ambasciatore Greganti ha aggiunto che l’Iraq è un partner strategico per l’Italia in quanto terzo fornitore nazionale di petrolio. Diverse compagnie italiane di petrolio e gas operano in Iraq. Prima della covid-19, l’interscambio commerciale bilaterale era di 5 miliardi di euro annui. Nei primi nove mesi del 2021 gli scambi sono aumentati di un ulteriore 60%, portando il totale a 8 miliardi di euro. Oltre al settore del petrolio e del gas, l’Italia si è impegnata in diversi altri settori come esplorazioni archeologiche, progetti di ricostruzione e riabilitazione, ha detto l’Ambasciatore Greganti.
L’Ambasciatore Greganti ha dichiarato che, dal 2005, l’Italia ha finanziato più di 300 milioni di euro in programmi di stabilizzazione e sviluppo in Iraq. L’Italia ha progetti per gli sfollati interni in aree precedentemente danneggiate durante la guerra di liberazione o occupate dall’ISIS. La diga di Mosul è stata menzionata come un buon esempio di risposta italiana ad un appello iracheno per salvare infrastrutture vitali che hanno subito danni significativi prima e durante la guerra dell’ISIS. Il governo italiano ha ulteriori piani per assistere l’Iraq nel settore della gestione delle acque e ha invitato le aziende italiane a investire in questo campo. Nel settore sanitario, l’Italia ha finanziato progetti in tutto l’Iraq e nella regione del Kurdistan, per aiutare a migliorare i servizi infermieristici e clinici, e la protezione delle vittime di violenza di genere.
Anche la cultura e il patrimonio sono tra le priorità della missione diplomatica italiana in Iraq. L’Ambasciatore Greganti ritiene che “la più grande risorsa di questo Paese è il suo patrimonio archeologico e culturale”. C’è la necessità di gestire e preservare questi siti archeologici. Egli ritiene che il turismo in Iraq sarebbe una grande risorsa per l’economia del paese. Ha aggiunto che ci sono undici missioni archeologiche di archeologi italiani in Iraq, di cui tre nel KRI.
Per quanto riguarda la cooperazione accademica tra l’Italia e l’Iraq, ci sono 38 protocolli d’intesa tra alcune università italiane e altrettante della regione del Kurdistan. Greganti ha inoltre aggiunto che questo scambio accademico e questa cooperazione possono essere migliorati e ampliati ulteriormente.
L’Ambasciatore Greganti ha sottolineato che l’Italia rispetta la sovranità dell’Iraq e ha descritto la stabilità come “la moneta più importante” per lo sviluppo dell’Iraq. Egli incoraggia le aziende straniere a venire in Iraq e a investire di più; enfatizzando che le riforme e la diversificazione economica sono necessarie affinché il paese prosperi e operi al meglio.
Le questioni di genere e la protezione dei diritti umani e delle minoranze sono parti importanti dei programmi della missione italiana in Iraq. L’Italia sosterrà l’appello delle vittime e dei sopravvissuti al conflitto dell’ISIS.
Discussione secondo le regole di Chatham House
Alla presentazione dell’Ambasciatore è seguita una discussione molto coinvolgente svoltasi secondo le regole di Chatham House. Durante questo scambio, numerose tematiche sono state evidenziate e discusse dai vari partecipanti, che sono riassunte qui senza attribuzione né affiliazione.
– Gestire un sistema federale è una grande sfida ovunque nel mondo, e il sistema politico iracheno è un esperimento in corso. Pertanto, non è una sorpresa che formare un nuovo governo a Baghdad sia rimasto un processo complesso e impegnativo.
– Dopo quello che è successo in Afghanistan, gli iracheni sono apparsi molto preoccupati per un rapido ritiro della NATO. Tuttavia, l’Iraq sembra rimanere una priorità per la NATO, quindi i suoi paesi membri sono impegnati nel limite del possibile a rimanere in Iraq e aiutare il processo di riforma del settore della sicurezza.
– I partecipanti ritengono che l’Italia, come membro di punta della NATO, della coalizione anti-ISIS e dell’UE, possa giocare un ruolo importante nell’aiutare il governo regionale Kurdo (KGR) a riformare il sistema di governo e a unire le forze Peshmerga. Questo sarebbe nell’interesse reciproco di tutte le parti coinvolte.
– L’ultima decisione della Corte Federale dell’Iraq sull’annullamento dell’indipendenza del settore petrolifero del Kurdistan è stata considerata molto allarmante. Questo dovrebbe essere affrontato con cautela tra il governo centrale e il KRG per evitare ulteriori conflitti.
– È stato discusso l’appello dei sopravvissuti alla guerra dell’ISIS, in particolare la comunità Yazidi, per stabilire un tribunale internazionale dell’ISIS per portare i colpevoli davanti alla giustizia. È stato sottolineato che la giustizia di transizione è un elemento importante per portare la stabilizzazione e la pace nel paese.
– È stato discusso che la comunità internazionale deve trovare una soluzione su come trattare con i combattenti stranieri dell’ISIS e le loro famiglie che sono bloccati nei campi in tutta la Siria. Questo problema andrebbe risolto al più presto, altrimenti si potrebbe rischiare di ripetere la crisi della prigione di Hasaka nel gennaio 2022.
Sulla riconciliazione in Iraq, i partecipanti si sono trovati d’accordo sul fatto che la pace e la riconciliazione non possano essere raggiunte senza la partecipazione delle donne e dei giovani, o la collaborazione fra diverse comunità.
Partecipanti:
– Ali Kurdistani, analista politico
– Bahar Ali, esperto di diritti delle donne
– Dara Khailani, consigliere del vice primo ministro
– Dlawer Ala’Aldeen, Presidente del Centro di Ricerca Medio Orientale (MERI)
– Fuad Smail, Direttore delle Risorse Umane
– Gary Kent, Segretario, APPG sulla regione del Kurdistan nel Parlamento britannico
– Giulia Mazzara, consigliere politico dell’ambasciata italiana
– Maurizio Greganti, Ambasciatore italiano in Iraq
– Mahmood Nashat, Consigliere del Parlamento del Kurdistan
– Michele Camerota, Console Generale italiano a Erbil
– Mohammed Ihsan, ex ministro e presidente di università
– Nahro Zagros, Accademico
– Osman Laylani, Accademico
– Saadi Pira, Unione patriottica del Kurdistan
– Kamaran Palani, ricercatore, Istituto di Ricerca Medio Orientale (MERI)
– Karwan Gazany, deputato (Parlamento della regione del Kurdistan)
– Tanya Gili Khailany, Deputato (Iraq)
– Hoshyar Siwaily, Partito Democratico del Kurdistan
– Sozan Arif, esperta di empowerment delle donne
– Srush Khoshnaw, Assistente di ricerca, Istituto di Ricerca Medio Orientale (MERI)