Aggiornato il 06/11/21 at 12:43 pm
Documentario di Anne Poiret (RSI) ——-Si dice che siano diverse decine di migliaia i “figli dell’Isis”, le cui famiglie avevano giurato fedeltà al califfato. Stigmatizzati, sono oggi privati di qualsiasi esistenza legale nell’Iraq post Stato Islamico. Senza documenti, non hanno accesso né alle cure mediche né agli aiuti alimentari e, tantomeno, alla scuola. Altre giovani vite, reclutate o rapite dall’organizzazione terrorista, sono oggi incarcerate in condizioni disumane. Altri ancora – decine di migliaia – sono reclusi in campi per sfollati sul lato siriano, insieme alle donne più radicalizzate. La loro condizione umanitaria è catastrofica ed è ulteriormente peggiorata con la crisi del Coronavirus. Questo documentario dà voce ad alcuni di questi minori, giovani abbandonati a sé stessi, in un Paese che solo poche ONG cercano di aiutare. Nelle terre bruciate dalla guerra, a Mosul, nel Kurdistan iracheno e nel nord-est della Siria, incontriamo questa generazione che ha vissuto la dominazione dello Stato Islamico, la guerra di liberazione e la sua lunga scia di violenza, e che ora è alla ricerca di un futuro per sé, tra resilienza e vendetta. Come è possibile aiutarli a trovare un posto nella società e impedire che diventino una minaccia per la comunità internazionale?