Aggiornato il 12/08/21 at 05:06 pm
di Guido Olimpio (Corriere della Sera) — Crisi chiama crisi. Un alto funzionario iraniano ha ammonito l’Iraq (e il Kurdistan iracheno) ad espellere i combattenti curdi iraniani presenti nel nord del paese. Se ciò non avverrà la Repubblica islamica è pronta ad assumere non meglio specificate misure preventive. I guerriglieri hanno basi e sono avversari di Teheran. Ostilità antica, fatta di battaglie, esecuzioni e anche omicidi mirati. Per due volte dirigenti del movimento sono stati assassinati in Europa, in epoche diverse: prima a Vienna e poi a Berlino.
Le forze iraniane mantengono la pressione usando spesso l’artiglieria che tira sui rifugi dall’altra parte del confine, in territorio iracheno. Le minacce pronunciate dal generale Alì Shamkhani, segretario del consiglio supremo per la sicurezza, rammentano a tutti la complessità e gli intrecci in questo quadrante geografico. La questione curda — con tutte le sue derivate siriane e turche — si aggiunge alla minaccia dello Stato Islamico, alle fratture sunniti-sciiti, all’instabilità sociale. Continua leggere