Aggiornato il 20/06/21 at 10:55 am
di Enrico Oliari (Notizie Geopolitiche)— Il 60enne Ebrahim Raisi, presidente della Corte suprema, ha sbaragliato i concorrenti ed ha vinto al primo turno le presidenziali in Iran con circa il 62% delle preferenze, una vittoria annunciata e che è stata prontamente riconosciuta dagli sconfitti.
Raisi viene indicato come un ultraconservatore, e dei candidati in corsa solo Abdolnasser Hemmati poteva essere identificato come un moderato. A stabilire infatti chi poteva presentarsi alle elezioni è stato il Consiglio degli esperti, organo composto da conservatori e che hanno ammesso quasi solo conservatori.
Raisi viene così ad essere l’ottavo presidente della Repubblica Islamica dell’Iran dalla Rivoluzione del 1979, ma la bassa affluenza alle urne (48%) dà l’immagine di un paese spaccato, dove le proteste sedate con la forza ed il senso di rassegnazione hanno fatto vincere l’astensionismo, il più grave di sempre.
Soddisfatto l’ayatollah Ali Khamanei, la guida spirituale del paese, il quale poneva le proprie speranze nell’elezione di Raisi in quanto uomo vicino agli interessi del clero, ma Raisi arriva in uno dei tanti momenti complicati del paese mediorientale, a cominciare dal dialogo in corso a Vienna sul Jpcoa, l’accordo sul nucleare: gli iraniani vorrebbero arrivare allo stop delle sanzioni statunitensi e alla completa riattivazione dell’accordo, ma Raisi viene accusato da più parti della violazione dei diritti umani e persino di essere responsabile di una serie di esecuzioni di prigionieri politici nel 1988, in particolare muhejaddin del Fronte di liberazione dell’Iran.
Oggi la Repubblica Islamica si trova ad affrontare la difficile crisi economica dovuta al mix di corruzione, effetti della pandemia e sanzioni, con i soldi dei contribuenti spesi per le crisi del Libano, della Siria e dell’Iraq, mentre i giovani iraniani non trovano lavoro e si fatica ad arrivare alla fine del mese.
Di certo l’elezione di un ultraconservatore in una società che ha bisogno di riforme non mette il paese in cima all’agenda internazionale, neppure con la minaccia del nucleare.
Il mandato di Raisi inizierà ufficialmente il 3 agosto.