Aggiornato il 03/06/21 at 10:26 pm
di Gianni Sartori —- Qualcuno si ricorda di questi 59 nomi?
- Abbas Hosseinpour
- Abbas Yousefi
- Abdollah Tahriyan
- Aboubakr Shokri
- Ahmad Kahroubi
- Ali Abade
- Ali Baneiyan
- Ali Baziyan
- Ali Ghaware
- Ali Golparast
- Ali Mazna
- Ali Salahi
- Feridoun Shanga
- Gholamreza Barezi
- Hamed Mahmoud Kando
- Hasan Jahani
- Hasan Rahmanian
- Hejar Karimi
- Homayon Niloufari
- Hossein Kalhori
- Ibrahim Amini
- Inshallah Naderi
- Kamal Chawshini
- Kamal Karimi
- Kamran Zaher Hejazi
- Karim Kaveh
- Karim Rahimian
- Kazem Khatooni
- Khaled Rahim Azar
- Khaled Safayi
- Khalegh Barzani
- Khezer Rangin
- Maghsoud Mahmoudi
- Mahmoud Rizeyi
- Mansour Janah
- Mohamad Farough Baziar
- Mohammad Aboubakri
- Mohammad Amin ahmadi
- Mohammad Hosseini
- Mohammad Mashoodi
- Mohammad Olyayi
- Mohammad Salimi
- Mohamman Amin Safa
- Molla Hasan Lajavardi
- Mostafa Faghri
- Mostafa Ismati
- Rahman Khezerpour
- Rahman Rahimi
- Saleh Farhoudi
- Saleh Mam Ibrahimi
- Seyed Ibrahim Ahmadi
- Seyed Mahmoud Seyed Mahmoudi
- Shokri Naderi
- Siyamak Saghezi
- Soleiman Hasanzadeh
- Vafa Elyasi
- Yousef Ayazi
- Yousef Habibpanah
- Yousef Hasanzadeh
Appartengono ad altrettanti giovani curdi, molti ancora adolescenti, assassinati e fatti scomparire dal regime iraniano il 2 giugno del 1983.
Come dichiararono diversi testimoni, i ragazzi vennero rastrellati indiscriminatamente – solamente in quanto curdi – per le strade di Mahabad da uomini in abiti civili mentre – in gran parte studenti – si recavano a scuola o all’università.
Nessuno li ha più rivisti, nemmeno da morti.
Negli anni ottanta, dopo la dichiarazione di “guerra santa” contro i curdi dichiarata da Khomeini, il regime di Teheran aveva ulteriormente inasprito la repressione nei confronti di questo popolo arbitrariamente diviso tra Turchia, Iran, Iraq e Siria. All’epoca centinaia di villaggi curdi vennero completamente distrutti.
Una vera e propria guerra interna che si svolgeva non solamente a livello militare, ma anche culturale, economico, psicologico e che in qualche modo prosegue anche ai nostri giorni. Basti pensare al gran numero di esecuzioni capitali di cui sono vittime i curdi del Rojhilat (Kurdistan dell’Est, sotto amministrazione iraniana).
Senza contare che le risorse naturali (le foreste in particolare) di cui dispongono questi territori curdi vengono regolarmente sequestrate, saccheggiate da Teheran mentre molti villaggi e città sono stati letteralmente militarizzati. Si calcola che ormai vi siano più militari che insegnanti e medici.
Anche dietro l’ampia diffusione della droga tra i giovani curdi si intravede la longa manus del regime.
Un modo questo per indebolire la resistenza dei curdi.
Del resto era stato ampiamente sperimentato e applicato sia in Irlanda del Nord che nei Paesi Baschi e nei ghetti afro-americani nel secolo scorso.