Aggiornato il 16/05/21 at 10:08 pm
La Repubblica (Sscienze) Nel Kurdistan iracheno dei e sovrani scolpiti nella roccia nell’VIII-VII secolo a.C.. I dieci rilievi scoperti dagli archeologi dell’università di Udine. “Rare testimonianze in una terra inesplorata a causa dei conflitti”
IL SOVRANO assiro compare due volte al cospetto delle statue di sette divinità su dei piedistalli sorretti da animali, tutti rivolti nella direzione tracciata dal corso dell’acqua. E’ un salto nella Mezzaluna fertile dell’VIII-VII secolo a.C. raffigurata in dieci rilievi rupestri assiri portati alla luce nella regione di Duhok, nel Kurdistan iracheno settentrionale dal team di archeologi “Terre di Ninive” dell’Università di Udine, guidato dal professor Daniele Morandi Benacossi. L’eccezionale scoperta è stata fatta a settembre da una missione italo-curda nel sito archeologico di Faida, 20 chilometri a sud della città di Duhok e a soli 50 chilometri da Mosul. Lo scavo apre nuovi scenari sull’antica Mesopotamia del nord, oggi terra di conflitti che per anni ne hanno impedito l’esplorazione.
Si tratta pannelli imponenti, grandi 5 metri e larghi 2 metri, scolpiti lungo un antico canale d’irrigazione lungo quasi 7 chilometri. Il canale di Faida, alimentato da un sistema di risorgenti carsiche, fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon (720-705 a.C.) alla base di una collina. Oggi il corso d’acqua ridotto a circa 4 metri è quasi completamente sepolto sotto spessi strati di terra depositati dall’erosione del fianco della collina. Ma nell’antichità dal canale si diramava una rete di canali più piccoli che consentivano di irrigare i campi circostanti rendendo ancora più fertile le campagne coltivate nell’entroterra di Ninive, capitale dell’impero.
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