Aggiornato il 06/02/21 at 09:42 pm
di Gianni Sartori — Il caso del rifugiato curdo Husseyin era già noto. Ne avevamo parlato anche qui. Disertore dall’esercito turco, si era integrato nelle forze curde del Rojava combattendo contro Daesh. Rifugiato in Francia per evitare il carcere in Turchia, si era visto rifiutare la domanda d’asilo. Da parte sua si era opposto all’ordine di lasciare la Francia rifiutandosi sia di salire sull’aereo (8 dicembre 2020), sia – ripetutamente – di sottoporsi al test del Covid 19 (indispensabile per l’espulsione). Per questo veniva condannato a tre mesi di prigione dal Tribunale di Perpignan e tuttora si trova in carcere.
In questi giorni in sua difesa è intervenuto pubblicamente, presso le autorità francesi, Jaume Pol presidente di Unitat catalana (formazione politica della Catalunya Nord, sotto amministrazione francese) chiedendone sia la scarcerazione, sia la concessione dell’asilo politico in quanto “combattente curdo contro lo stato islamico”. A farsi carico della causa del giovane curdo, con sit-in e presidi, i militanti di Unitat Catalana (in particolare Joan-Miquel Touron) già impegnati in azioni di solidarietà con la popolazione del Rojava.