Aggiornato il 05/04/20 at 10:13 pm
https://www.repubblica.it/esteri — Dopo 288 di sciopero della fame iniziato per denunciare la persecuzione politica in Turchia e il veto posto dal governo sui concerti del gruppo musicale, ‘Grup Yorum’, l’attivista e cantante turca Helin Bolek è morta. “Avete ucciso una donna di 28 anni”, ha detto Ibrahim Gokcek, chitarrista della band e che sta continuando lo sciopero della fame. Le sue parole affidate a un video diffuso sui social dove appare magrissimo.
Accusati di appartenere a un’organizzazione terroristica, il gruppo (25 album, oltre due milioni di copie vendute) non si esibiva da anni. Dal carcere chiedevano di essere liberati, che i loro nomi fossero cancellati dalla lista dei ricercati del Ministero degli Interni turco, che venissero chiuse le cause intentate contro di loro. L’annuncio della morte della cantante è stato dato sul “Non erano richieste molto difficili da soddisfare. Il fascismo del partito Akp ha causato la sua morte”, ha scritto la band su Twitter citando in causa il partito del presidente Recep Tayyip Erdogan.
Fondato nel 1985 da quattro studenti dell’università di Marmara, Grup Yorum aveva sempre garantito il proprio sostegno e la sua presenza sia alle lotte della popolazione turca che a quelle internazionali per la giustizia e la libertà, coniugando la vena di protesta con le melodie tradizionali. Le canzoni venivano eseguite sia in turco che in curdo, in arabo e in circasso, sostanzialmente in tutte le lingue parlate in Anatolia. Sono stati imprigionati per il loro impegno a favore della democrazia e della libertà di stampa.
L’11 marzo sia Bolek che Gokcek erano stati portati in ospedale contro la propria volontà. L’avvocato Didem Ünsal aveva affermato che entrambi non avevano accettato alcun intervento medico.
Nel 2015 il concerto annuale del gruppo “Turchia indipendente”, era stato vietato. La band era riuscita a tenere un concerto via internet il 1° luglio 2018. Poi erano cominciati i raid. ll centro culturale Idil di Okmeydani, a Istanbul, dove la band si esibiva, è stato preso di mira da parte della polizia “per otto volte negli ultimi due anni”, denunciava da tempo la band. Spiegando che durante le incursioni, gli strumenti di tutti membri di ‘Grup Yorum’ erano stati distrutti o requisiti e le partiture, i loro libri di musica danneggiati.
Secondo la dichiarazione resa dal gruppo, in queste incursioni (ottobre e novembre 2016, in maggio e settembre 2017 e in ottobre e novembre 2018) sono state arrestate in totale 30 persone. Il 14 luglio 2018, Selma Altin e Inan Altin, erano fuggiti di prigione decidendo di proseguire la loro lotta in esilio, in Francia. Agli inizi di marzo sei membri della band erano ancora detenuti.
Diverse organizzazioni – Istanbul Medical Doctors, Artists Assembly e Artists Initiative – avevano già lanciato l’allarme lo scorso 20 gennaio, per attirare l’attenzione sullo sciopero della fame che i membri della band avevano cominciato il 16 maggio 2019. Altri due componenti del gruppo, Bahar Kurt e Baris Yüksel, l’avevano terminato dopo 190 giorni. Bahar ed Helin erano stati scarcerati alla fine del 2019 ma Helin aveva continuato anche una volta fuori. Accusato di terrorismo, Gokcek era stato incarcerato sulla base di dichiarazioni di un “testimone segreto”, rischia una condanna all’ergastolo.
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